Arno Bani racconta la sua esperienza con Michael

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  1. Fredintosh
     
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    Arno Bani racconta la sua esperienza lavorativa col Re del Pop.

    Bani lo ricorda a volte pensieroso, a volte serenamente sorridente. MJ diede al giovane fotografo francese carta bianca, autorizzandolo finanche a tagliargli i capelli. "Il suo viso davvero non gli piaceva. Con i capelli più lunghi riusciva a nasconderselo", ricorda Bani. "Eravamo come 2 ragazzini che giocavano sul pavimento a fare puzzles. Allora ero un ragazzino, ma lui lo era 10 volte più di me. Portavo vasetti di lustrini e lui ci ficcava dentro il dito per vedere quanto luccicassero. Li cospargevamo ovunque. Le cartelle dei disegni di moda per lui erano dei cataloghi-giocattolo. Michael Jackson non mi stava solo chiedendo di scattare delle foto. Voleva che gli costruissi una nuova immagine per i prossimi 10 anni."

    Riguardo al set fotografico: "Era il mondo in cui viveva. Era come guardarlo nella sua piccola prigione dorata, scoprire. Era estremamente curioso e colto, ma sempre umile, rispettoso e gentile. Quando s'innamorava di un nuovo dettaglio, saltava sul divano battendo le mani. Mi abbracciava e s'inchinava a mani giunte, in stile giapponese. Dovetti chiedergli di smettere di ringraziarmi, ma ne fui profondamente colpito."

    Il fotografo dichiara che da parte di Jackson non vi fu alcuna eccentrica richiesta da star, alcuna lamentela per il cibo o per la temperatura dell'ambiente ed aggiunge: "Aveva quest'abilità di accendersi e spegnersi nel giro di 2 secondi. Gli chiesi di ballare per alcuni scatti ma pensai che stesse sonnecchiando. Sembrava stanco. Poi improvvisamente si mise in moto e cominciò."

    A proposito degli abiti scelti per il servizio fotografico: "Voleva sognare, sentire l'eleganza del "tocco francese". Quando gli portai i ricami di François Lesage, li toccò rimanendone affascinato. Non aveva mai visto un lavoro artigianale così delicato."

    Ad ogni modo, il progetto non andò sempre liscio come l'olio. Bani infatti ricorda che per 2 settimane non ebbe più notizie di Jackson il quale, a volte, si presentava con 3 o 4 ore di ritardo perchè aveva dovuto girare intorno al palazzo per 15 volte nel tentativo di seminare i fans. Anche il luogo di lavoro cambiò svariate volte, passando da Parigi a New York, dalla Germania a Disneyland Paris, per poi ritornare nuovamente alla capitale francese. Il Re del Pop, inoltre, si assentò proprio il primo giorno di riprese.

    Fonte - MJJForum

    Traduzione dell'articolo su Paris Match

    STUPORE AL WALDORF. IL GIOVANE FRANCESE SUGGERISCE A MICHAEL DI TAGLIARSI I CAPELLI...SACRILEGIO, TUTTI TRATTENGONO IL RESPIRO, MA “L'AUTORITA'” DICE OK.

    "Per loro ero un intruso, l'ennesimo capriccio di Michael. Sony non aveva scelta. Per contratto, l'etichetta discografica,doveva produrre un album all'anno Michael voleva che io gli facessi delle foto con un mantello d'oro per il suo prossimo album, "Invincible". Ho pregato che fosse vero fino all'ultimo momento.” Arno Bani ha pensato che fosse uno scherzo. Anche quando gli fu consegnato un biglietto di andata e ritorno per New York su invito del cantante. All'aeroporto Kennedy,un tipo vestito elegante con un cartello con il suo nome, che guidava la limousine aveva un espressione così seria che cominciò a crederci. Arrivò al Waldorf Astoria, dove la stella aveva a affittato tutto un piano, e così si convinse del tutto. Ma il giorno dopo, a pranzo con degli esponenti della Epic Records, l'etichetta del cantante, l'atmosfera era glaciale. Circondato dai servizi di sicurezza, un elegante sessantenne diede un'occhiata sprezzante ai bermuda da Skater indossati da questo francese di 23 anni. E disse "Lei questo pomeriggio si incontrerà con Michael Jackson. Da ora in poi, si dimentichi tutto. Altrimenti..."
    Insieme ad un gorilla Arno pazienta in un'anticamera. Dopo di che: "Sono stato condotto in un corridoio,si è sentito bussare alla porta, è "LUI " apre...Mi ci circonda tra le sue braccia, una decina di volte, e con una voce morbida e sottile mi ringrazia per essere là. "Michael appare senza trucco. Indossa un pigiama color vino (prugna). "Non sembra del tutto umano". E' unico, è impressionante e subito accattivante"-Racconta Bani. Quello che colpisce, sono due occhi enormi, neri e magnificenti in un viso statico, eroso dalla chirurgia estetica. E anche questo taglio di capelli strano fatto con "parrucche diverse" sovrapposte. Michael Jackson cammina o per usare un termine migliore, fluttua sulla moquette della sua suite in arredamento classico. Schermi al plasma e videogiochi sono le uniche cose infantili.
    Arno poggia il suo libro per terra e parla in inglese stentato. Nonostante la timidezza, si crea alchimia. Michael accarezza le pagine, applaude in silenzio quando gli piace, come un bambino privato del linguaggio. Ha detto: "Mi piace mi piace", alzandosi e saltellando. Le guardie del corpo, il direttore artistico, i suoi consiglieri, non si muovono. Arno racconta che vive a Parigi, e che è andato laggiù solo per incontrarlo. Dopo un'infinità di complimenti la star lo lascia andare.
    Con la massima segretezza imposta dalla Sony, Arno Bani mette su la sua squadra: giovani come lui. Stanno lavorando sui bozzetti,devono avvertire gli uffici stampa e le boutique di lusso. Cinque o sei volte durante quei tre mesi di stress e preparazione, Arno è dovuto ritornare a New York: "Sono tornato a Parigi, ho lavorato, ho rimandato le cose per giorni non ho avuto notizie, mi davano nuovi appuntamenti ma ogni volta li rimandavano.Tutti i giorni al Waldorf Astoria è la stessa storia. Quelli della Sony sembrano essere sempre più infastiditi da questo giovane francese che propone vestiti da 15.000 euro. Michael amava tutto ed era d'accordo su tutto. Ha chiesto ad Arno di pensare ad altri scenari, altre immagini, una serie ispirata a Fred Astaire..."
    "Ha anche detto che volevo prendermi cura del suo look per i prossimi dieci anni" Michael ammira i modelli, immerge le mani in barattoli di glitter sparsi da Arno sulla moquette: "Oh yeah, yeah" esclamò Michael , battendo le mani.
    Allineati come cipolle, il suo entourage: il parrucchiere, lo stilista, il truccatore, la casa discografica e gli assistenti. La star non ha parlato con loro, ma ognuno scriveva ogni piccola sua volontà in un taccuino che tutti avevano. "Ho ricevuto suggerimenti da ognuno di loro al mio ritorno:"A Michael piace il blu, pensiamo che gli stia molto bene" ma io lo sapevo già, me lo aveva fatto comprendere con un gesto.. E 'stato come essere davanti alla Corte, dove tutti loro , per giustificare il loro ruolo ci hanno fatto solo perdere tempo. "Quando Arno propose a Michael di tagliare i suoi capelli, tutti avevano uno sguardo che sembrava dire: "come osa?”" Sì, avevo osato. Avevo detto a Michael che le sue parrucche non andavano bene.
    Arno mostra le foto dei tagli, tagli corti stile anni 70. La "Corte" presente ritiene che Arno stia firmando la sua condanna a morte, ma Michael concorda". OK, lo faccio".
    Nessuno lo contraddice. Mai. Nell'ultimo incontro, abbiamo bisogno di una lista di tutti i prodotti di bellezza che verranno usati per effettuare dei test in laboratorio e assicurarsi che non provochino allergie. Per gli scatti, abbiamo pensato a Los Angeles, New York, Miami e anche Disneyland Paris. Si sarà finalmente a Parigi alla fine di luglio del 1999.
    Il conto spese è degno di una superproduzione hollywoodiana.La casa discografica piange nel
    veder arrivare le fatture.Lo studio dev'essere abbastanza grande da far entrare un'automobile
    e consentire un'evacuazione in elicottero. Presso Duran Duboi,a Issy-les-Molineaux,Arno
    Bani fa preparare dieci locations fotografiche, dieci universi differenti e tramezzati. Serve
    una sala da gioco per i bambini,un camerino in muratura perchè la star non debba mai
    incrociare estranei nei corridoi.La veglia,una seduta di prova,si tiene nella suite del
    cantante all'hotel Plaza Ath?n?e,in viale Montaigne.
    Quella notte,Michael si fa aprire il reparto dei giochi nel sottosuolo dei grandi magazzini Samaritaine.
    Il giorno successivo,mentre tutta l'?quipe aspetta febbrilmente nell'androne,lui non arriva.
    L'appuntamento è posticipato al mattino successivo verso le 9. Due ore più tardi,dal walkie talkie,Arno apprende che "l'Autorità",nome in codice di Jackson,"ha appena lasciato il suo palazzo",""svolta sulla via periferica","fa semicerchi per seminare i paparazzi"...Le due enormi porte in ferro dell'hangar industriale si dischiudono infine davanti all'imponente BMW blindata.
    Arno ha come direttiva quella di trovarsi,da solo,al centro di questo immenso spazio.Trincerata dietro una tenda nera,tutta l'?quipe trattiene il respiro.Alcuni hanno operato dei piccoli fori per intravedere Jackson.Secondo la ricostruzione riferita,Arno si dirige verso la portiera e la apre. Michael scende per primo,"in tenuta piuttosto sportiva",seguito da Prince Michael e da Paris.Abbraccia il fotografo: "Michael,grazie per essere venuto,benvenuto,benvenuto",ripete Arno.Le sole persone autorizzate ad avvicinarsi sono l'acconciatore,il truccatore e i due stilisti,fra i quali J?rome Dreyfuss,oggi star della marocchineria di lusso.Non appena finito il loro compito,hanno l'obbligo di ritirarsi.
    Seb Bascle,l'acconciatore,è il primo che gli viene presentato.Questo pezzo di marcantonio di 35 anni non è il tipo da lasciarsi impressionare. Questo è quel che diceva prima di avere tra le sue mani la testa del "re del pop".
    Un lato della testa del cantante è completamente calvo a causa di un'incidente avuto sul set di uno spot pubblicitario nel 1984. Ha rapidamente messo una base di parrucca, preparata prima, della lunghezza desiderata. Poi comincia a tagliare i suoi capelli veri che erano lunghi fino alle spalle. Michael non fa nessun commento. All'ora di pranzo, rifugiato nel suo “perimetro”,pranza con un menù speciale. L'umore della star è molto variabile "Aveva stati di trance e di torpore, di meditazione, ma quando ci rimettevamo al lavoro è veramente eccitato,come se si riaccendesse. Collegato ad una radio francese che trasmette vecchie canzoni, Topolino (il truccatore) comincia a truccarlo. Ci vogliono almeno 2 ore per “ricostruire” il viso di Michael prima di passare al vero trucco artistico. Michael Jackson restò di marmo:
    “Non avevo mai visto niente del genere . Chiunque,si sarebbe messo a grattarsi e a contorcersi. Lui poteva passare ore a fissarsi nello specchio senza muoversi di un millimetro.”
    “Papà il tuo nuovo look è fantastico” si entusiasmò Prince.
    Michael sorride. Ma quando il bambino si agita e disturba, il padre fa schioccare le dita per intimare uno “stop” e subito il bambino fila dritto. Passando, Joe Dassin gli strappa un "oh yeah" Michael gesticola, poi di nuovo il suo volto si blocca. Topolino gli soffia delle paillettes sul viso e l'entourage si lamenta con Arno. La sessione fotografica inizia con la foto con il mantello d'oro, la meno classica, ciò che Michael voleva fin dal primo giorno. Sul retro della copertina dell'album, lui sarebbe stato di schiena a dormire sulla luna che ha ispirato il suo celebre moonwalk.

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