Posts written by ‚effulgent

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    CITAZIONE (AngyMJ @ 15/9/2009, 19:39)
    oh madonna :cry:

    :D
    Sì a volte me lo dico anche io quando scrivo XD

    Visto che ce li ho già pronti gli altri capitoli aggiorno...;)



    Rating:Ancora Verde speranza ladies and gentleman



    Chapter 4~



    Ma sì,era stato tutto un sogno. Le labbra di Michael sulle sue,quel bacio di una tenerezza incredibile,il cuore impazzito...era tutto frutto della sua fantasia.
    Nella testa di Melanie tanti pezzettini del puzzle stavano cominciando a prendere forma ricostruendo la serata precedente mentre ancora era in dormiveglia.
    C'era stato il supermercato,l'inseguimento dei fans e la seguente fuga in macchina fino all'appartamento,il brindisi...tutto combaciava perfettamente.
    Poi c'erano i pezzetti che non volevano andare apposto. Ricordava ,anche lì, tutto in modo chiaro;le parole di Michael,gli sguardi,la canzone appena mormorata,il profumo di menta e zucchero...lo stesso che sentiva adesso,rannicchiata a bozzolo contro qualcosa di caldo che le fungeva da seconda sponda del divano.
    Mel allungò una mano e tastò quella presenza sconosciuta accanto a lei. Le dita finirono su una morbida ciocca di capelli e poi scesero:fronte,naso,bocca,collo.
    A quel punto aprì gli occhi e si trovò davanti Michael che la fissava,svegliato da quella mano che esplorava la sua faccia.

    -Tutto apposto?-
    Chiese incuriosito dal comportamento. Melanie si sentì gelare,la sua paura si era concretizzata in quel secondo. Non era stato un sogno,non era stato affatto un sogno.
    Deglutì pesantemente guardando l'espressione rilassata di Michael,per lui non pareva essere cambiato nulla rispetto alle altre decine di volte che si erano addormentati fianco a fianco mentre lei si sentiva frastronata più che mai. Diamine,si erano baciati ed era tranquillo come se nulla fosse accaduto?

    -Abbastanza,credo.-
    Guardò le labbra di Michael piegate in un sorriso divertito ed ebbe un brivido a ripensarle sulle sue. Il suo aplomb la faceva innervosire,i ruoli parevano rovesciati,era lei la seduttrice,lui quello impaurito dalle donne,era lei che conduceva i giochi con gli uomini e lui quello che era privo di malizia come un ragazzino di dodici anni,forse anche meno. Gli era bastato quel poco alcool per fargli partire tutti i freni inibitori? E soprattutto era bastato quel brindisi per far cadere i suoi?

    Baciare o farsi baciare da Michael era la prima cosa sulla lista delle cose da non fare assolutamente;primo perchè non aveva nessuna voglia di rovinare la loro amicizia,secondo perchè non sarebbero potuti stare insieme,mai e poi mai.
    Ce li vedreste ,mano nella mano, il diavolo e l'acqua santa?
    No,proprio no! E così era per loro,la cosa non si sarebbe potuta fare per cui meglio evitarla dal principio.

    -Allora buongiorno...-
    Disse lui avvicinandosi al suo viso. Melanie scattò seduta come se le avessero puntato una pistola alla schiena e solo dopo si rese conto che voleva solo baciarle la guancia;Michael si rabbuiò intuendo la ragione di quello scatto.

    -Preparo un caffè e ti riporto a casa ok? E' ancora presto e faccio in tempo ad andare a lavoro.-
    Le rispose con un mugugno di assenso alzandosi dal divano e strofinandosi gli occhi. Mel sgusciò velocemente in cucina e subito dopo in bagno, evitando con cura di trovarcisi faccia a faccia.
    Dopo essersi preparati e dopo aver fatto una colazione veloce montarono sul pick up (Michael nuovamente mascherato) e partirono silenziosamente alla volta di Neverland;nemmeno venti minuti dopo i cancelli dorati del ranch gli diedero il benvenuto.

    -Questa sera passi da me?-
    -Umh...credo di sì,non penso di aver da fare.-
    Rispose seria ma cercando di essere più rilassata possibile e di non dare altre delusioni all'amico che già aveva capito troppo del suo nervosismo.
    Melanie non sapeva se fosse meglio parlarne o lasciare che l'accaduto finisse nel dimenticatoio, ma prima che riuscisse a darsi una risposta erano già arrivati davanti alla villa e Michael era sceso salutandola solo con un cenno della mano.

    -Allora a stasera.-
    -A stasera...-
    Mormorò rimettendo in moto.


    Il lavoro era tranquillo quel giorno e in un certo senso non era un bene dato che in questa maniera Melanie aveva il tempo di pensare e rimuginare sopra all'accaduto della sera prima. Se si fosse trattato di qualsiasi altro ragazzo avrebbe preso tutto alla leggera e l'avrebbe buttata sul ridere o magari,nel caso le fosse piaciuto,ci avrebbe fatto un pensierino...ma non era un "qualsiasi ragazzo" quello,era Michael e non capiva come fossero arrivati a quello. L'altra cosa che non riusciva a comprendere era il significato di quel bacio. Era più forte di lei,più rivedeva la scena nella sua mente e più brancolava nel buio. Non c'era malizia o desiderio in quel contatto e questa era già una cosa nuova per lei,abituata a passioni travolgenti e ben poco romantiche; non c'era nemmeno dolore,tensione o frustrazione però,era stato tutto talmente perfetto e dolce che stentava a crederci. Le venne da pensare che si trattasse di un ringraziamento da parte di Michael per stargli vicino e farlo divertire,ma non aveva mai fatto così nonostante fosse un tipo espansivo e molto affettuoso. Cosa gli era preso ieri?
    Sbuffò scostandosi una ciocca di capelli caduta davanti agli occhi. Non venire a capo di qualcosa la rendeva nervosa come un animale in gabbia perchè non accettava il fatto di non saper dare un motivo valido a ciò che le accadeva. Nonostante la giovane età infatti, Mel si sentiva adulta e sicura di sè e riteneva che le esperienze che aveva già fatto nella vita le sarebbero bastate per affrontare tutto.

    -Ehi rossa,attenta con quel coltello o ti affetterai le dita,non voglio che i clienti trovino falangi dentro gli spaghetti.-
    Paul le si era affiancato ed aveva notato lo sguardo torvo e lo strano silenzio di quel giorno. Mel lo guardò e stirò forzatamente un sorriso.Il suo capo,quando non lo faceva arrabbiare con i ritardi,era un tipo disponibile e simpatico,molto alla mano e sulla sua stessa lunghezza d'onda. Il fatto che fosse un bel tipo poi non guastava.

    -Niente dita tranquillo...anche se chissà,magari potrebbero divenire un ingrediente segreto richiestissimo.-
    Il ragazzo fece una smorfia disgustata e rise insieme a Melanie che lo osservò giusto un attimo prima che un'idea più che avventata le balzasse in testa facendole credere di aver trovato finalmente una soluzione a tutto. Appoggiò il coltello con il quale stava sfilettando il pesce e si portò una mano al fianco girandosi verso di Paul con un sorriso indecifrabile sulla bocca.

    -Paul senti,che ne dici di andarci a prendere qualcosa dopo il lavoro?-
    Chiese in tono neutro.
    Sì,quella frase buttata lì era la sua personalissima idea di "soluzione perfetta" per le sue pippe mentali. L'ideale per mettere a tacere tutti i pensieri:impegnarsi con un qualcuno in modo da troncare ogni remota possibilità di sviluppi con Michael e con questa anche le elucubrazioni che ne derivavano.
    Era o non era un'idea geniale?Per Mel lo era.
    La guardò sollevando un angolo della bocca in un sorriso.
    Melanie era bella e lo sapeva,così come sapeva che pochi uomini l'avrebbero rifiutata nel caso in cui lei si fosse proposta,e Paul non faceva eccezione.
    Il suo metro e settanta di pelle candida,con tutte le forme al posto giusto,costituiva un richiamo convincente per ogni maschio con gli ormoni apposto e il viso con una naturale espressione di spiccata malizia era la ciliegina sulla torta che la rendeva una ragazza sempre molto corteggiata.

    -Sicuro...facciamo umh... stasera?-
    -Perchè no,stasera va bene.-
    Rispose lei pur sapendo che aveva già un impegno. Paul sembrò entusiasta dell'immediata disponibilità e la circondò di attenzioni fino alla fine del turno,prima della chiusura del locale. Ecco ciò che le ci voleva,una sana,divertente e poco impegnativa distrazione.


    ***



    -Paul,mentre chiudi faccio una telefonata ok?-
    Esclamò al ragazzo correndo dall'altra parte del marciapiede per raggiungere la cabina.
    Compose il numero con il cuore che le rimbombava nelle orecchie ed una sgradevole sensazione di subbuglio allo stomaco. Si sentiva una traditrice ma faticava ad ammetterlo e tentava in tutti i modi di reprimere il disgusto di sè adducendo mille giustificazioni al suo comportamento.
    Due squilli ed una voce vellutata rispose all'altro capo.

    -Michael?-
    -Mel-
    -Ascolta...questa sera non posso venire da te.-
    -Problemi a lavoro?-

    -No,esco con Paul.-
    Vuotò il sacco così,senza alcun riguardo davanti a Michael,protetta dalla distanza e dal fittizio riparo che il telefono consentiva di avere. Michael rimase muto dall'altro capo ma per lei quel silenzio era come se le stesse urlando a squarciagola nelle orecchie,sentì la stretta allo stomaco risalire e formarle un grosso groppo in gola.

    -Capisco,divertiti.-
    Fu la sua unica frase.
    Riattaccò senza nemmeno darle il tempo di replicare,lasciandola di sasso,nervosa,stizzita e delusa allo stesso tempo ma un secondo dopo Paul le fu alle spalle chiedendole di andare e se stesse bene.

    -Sì certo è tutto ok,andiamo.-
    Rispose chiudendosi alle spalle tutto quello che riguardava Michael ed voltandosi verso una serata che sapeva,sarebbe stata di suo gradimento.


    "Buongiorno all'assolata Los Angeles,in questa domenica afosa di giugno cominciamo a rasserenarci la giornata con una bella canzone. Si tratta di Living on a Prayer di Bon Jovi che sta per cominciare il tour..."
    Melanie spense la radio ed appoggiò il bicchiere di acqua ghiacciata nel lavandino.
    Erano passati due giorni da quando era uscita con Paul e il telefono di casa sua non aveva squillato nemmeno una volta.
    Domenica voleva dire ristorante chiuso così come era chiuso il suo stomaco da una stretta che non accennava a diminuire.Michael non si era fatto minimamente sentire e la cosa era grave,lo sapeva,da quando avevano cominciato a stringere la loro amicizia non passava giorno che non trascorressero un paio d'ore alla cornetta quando non potevano vedersi. Dalle due ore al nulla il passo era grosso,e grave.
    La verità era che temeva di perderlo- anzi-era quasi sicura che ormai lo aveva perso ma non trovava nemmeno il coraggio di chiederglielo direttamente. Nella sua testa c'era una gran confusione,scatoloni di pensieri sparsi in giro,nascosti sapientemente in angoli bui,archiviati e bollati come potenzialmente pericolosi. Lei stava proprio in mezzo a quel caos ed aveva paura a muovere un solo dito timorosa che quella precaria situazione le crollasse rovinosamente addosso.
    "Ok,adesso respira,concentrati e fai quello che devi fare. Non hai commesso nessun crimine ad uscire con Paul,Michael è un amico,non gli devi rendere conto degli uomini con cui vai."
    Pensò fissando distrattamente un punto della stanza e mordendosi il labbro inferiore.
    Cercava di autoconvincersi,di giustificarsi e di scacciare dalla testa l'assillante pensiero di aver fatto del male a Michael. Aveva aspettato fino al suo giorno libero per la resa dei conti e adesso che era arrivato avrebbe voluto aspettare un'altra settimana ancora.

    Con un enorme sforzo alzò la cornetta del telefono e compose il numero di Neverland.
    Il telefono squillò a vuoto quattro,cinque,sei infinite volte e poi qualcuno rispose,ma non era Michael bensì qualcuno del suo staff che le cominicò che al momento Mike riposava e non voleva essere disturbato.
    Certo,riposava alle undici e mezza di mattina quando Melanie era perfettamente a conoscenza del fatto che Michael era peggio di un gallo e di solito non si svegliava più in là delle 8.
    "Impossibile,è una scusa."
    Sbattè la cornetta rabbiosamente sul telefono e si precipitò sotto la doccia restandoci per 20 minuti buoni.
    Pianse di rabbia,la tensione era sfociata in questo;rabbia verso Michael ed il suo comportamento infantile;rabbia verso il suo silenzio e verso il fatto che non la voleva evidentemente più accanto a lui.
    Quasi le diede sollievo poter scaricare la colpa su di lui ora,dimentica del fatto che tutto il casino era venuto fuori per un suo stupido e ben poco sensato "piano geniale".
    Indossò un abito leggero nei toni del blu ed infilò un paio di sandali raccogliendo i capelli in una coda un pò arruffata prima di precipitarsi fuori di casa.
    Le doveva delle spiegazioni.

    Arrivò ai cancelli di Neverland e parlò come sempre con il portiere che stette un pò più del dovuto in comunicazione con l'interno della villa,come per chiedere il permesso di farla entrare.
    Una volta sotto le venne ad aprire una delle guardie del corpo di Michael spiegando che al momento era impegnato e non voleva essere disturbato.

    -Impegnato?! Impegnato in cosa si può sapere?!-
    Sbottò lei furiosa.
    L'uomo le lanciò un serioso sguardo di intesa,poche storie,se voleva rimanere lì dentro doveva starsene buona e non dare di matto.

    -Bene,allora aspetterò qui fuori fino a quando non sarà libero.-
    sentenziò alla fine.
    Ottimo,il re si era barricato nella sua fortezza,nel suo bel castello inespugnabile,dal quale poteva tenere fuori tutto e tutti senza batter ciglio. Melanie però era cocciuta come un mulo e prima di accettare quella sconfitta avrebbe lottato con le unghie e con i denti.
    Si sedette sul sedile posteriore del pick up con lo sguardo fisso nel vuoto. La prima ora venne e se ne andò velocemente,persa in pensieri poco carini sul suo amico divenuto improvvisamente il più stronzo dei suoi conoscenti,la seconda caldissima ora la lascio spossata e fiacca,con la testa riversa lateralmente in una posizione poco composta e lo stomaco che brontolava,la terza invece la ritrovò carica e combattiva come non mai,se possibile ancora più arrabbiata di prima.
    Quando erano più o meno le quattro il portone si aprì e la testa di Michael spuntò fuori con tanto di occhiali da sole e cappello.
    La ragazza balzò letteralmente giù dal pick up e si avvicinò a grandi passi verso di lui che la fece entrare in silenzio. Nessuno disse una parola ma presto arrivarono al piano di sopra,il cuore di Michael martellava in petto tanto quanto quello di Melanie,la porta del salone principale si chiuse alle loro spalle.

    -Credo che tu mi debba delle spiegazioni.-
    -Credo che tu mi debba delle scuse.-
    Dissero all'unisono,guardandosi in cagnesco.
    Melanie storse la bocca e corrucciò la fronte,Michael fece altrettanto e le voltò le spalle,scuotendo la testa.

    -Di cosa vuoi che mi scusi! Sono solo uscita con un ragazzo,devo chiederti il permesso adesso?-
    -Potevi dirgli di fare un altro giorno no? Dato che eri d'accordo con me per vederci.-
    -Bè,cosa vuoi che cambi alla fine? Sto con te tutti i giorni,non credevo cascasse il mondo se per una volta la cosa saltava e invece tu che fai? Sparisci!-
    -Non ti obbliga nessuno a stare con me Mel lo sai? Puoi benissimo dirmi che non hai voglia di venire qui e non ci sarebbe nessunissimo problema.-
    -Sì come no,sei peggio di un bambino viziato e questo lo dimostra,appena ti ho dato buca per una volta hai tirato su tutto questo casino.-
    Bambino viziato...stava passando il segno e lo sapeva,quasi lo faceva apposta per provocare una reazione esagerata in Michael,per non sentirsi l'unica sul punto di perdere il controllo.
    Si girò e le riservò uno sguardo di puro disprezzo che fu peggio di uno schiaffo,serrò le labbra e fremette di rabbia,Melanie non lo aveva mai visto così.

    -Mi deludi. Rovini la nostra amicizia andandotene a fare la stronza con il primo che capita ed hai anche il coraggio di venirmi a dire che è colpa mia.-
    Disse con rancore crescente.
    Rimase a bocca aperta,Michael non parlava in quella maniera,mai,e soprattutto non si era mai permesso di giudicarla per come si comportava con gli uomini. Ora invece lo aveva fatto e Mel si sentì ferita nel profondo ma anche messa di fronte alla realtà che voleva a tutti i costi tenere sepolta.
    Le lacrime le salirono agli occhi pur tentando in ogni modo di tenerle a freno,si morse il labbro inferiore dolorosamente e strinse i pugni così tanto da far diventare bianche le nocche.
    Era stata una stupida a farsi portare fuori da Paul solo per paura che Michael si facesse strane idee su di loro. Era stata una trovata pessima e degna di una gallina con poco cervello in testa,solo adesso se ne rendeva conto.
    La reazione di Michael era stata dura,ma coerente con la sua persona e in fondo lei se l'era aspettata fin dall'inizio...

    -Scusa...-
    Bisbigliò lasciando andare le lacrime e fissando gli occhi scuri di lui. Non le piaceva dire quella parola,nemmeno quando sapeva di essere in torto e di solito preferiva rigirarsi la storia a proprio favore,ma con Michael era diverso,a lui doveva onestà.
    Scoppiò in singhiozzi e immediatamente le braccia di lui la circondarono stringendola a sè. Non ce l'aveva fatta a restare arrabbiato nel momento in cui aveva visto quelle lacrime e anche se dentro di lui ancora si rodeva per la reazione di Mel una forza più grande lo spingeva a consolarla.
    Michael non disse una parola,limitandosi a stringerla,fermi al centro della sala rischiarata dalle grandi finestre che allungavano l'ombra degli alberi all'interno.

    -Scusa...-
    Ripetè ancora una volta aggrappandosi alle spalle e stringendolo disperatamente,come se temesse di vederselo scivolare via da un momento all'altro.
    Michael le mise una mano tra i capelli baciandole la fronte con dolcezza. Il profumo di Melanie gli invase i polmoni sciogliendo anche quell'ultimo nodo rimasto dentro di lui.

    -Shhhh...non fa niente.-
    Le sussurrò all'orecchio. La lacrime continuarono a scendere facendo scorrere fuori tutta la tensione di quei giorni passati lontani da lui. Le era mancato e tanto,ma ancora di più le era mancato il pensiero del forte legame che li univa,che per Mel rappresentava ormai un punto di riferimento,un appiglio,un porto sicuro.Mai più avrebbe voluto dover dubitare dell'affetto che Michael provava per lei.
    Si staccò diversi minuti dopo, asciugandosi le lacrime col dorso della mano e seguendolo verso il pianoforte laccato di nero che Michael richiuse con un gesto veloce.

    -Credo che sia il caso di parlare un pò.-
    Mel annuì mettendosi seduta sopra al coperchio dei tasti mentre Michael si sistemava sullo sgabello. Non gli lasciò la mano per un solo istante e quando lo ebbe sotto di lei gli accarezzò la guancia con gratitudine,Michael non poteva capire quale peso le aveva tolto dal cuore perdonandola.

    -Allora. Voglio che sia chiaro che non intendo interferire con...la tua vita setimentale. E scusami per quello che ti ho detto prima.-
    -Non..-
    -No,fammi finire.-
    Gli occhi di Mel si piantarono in quelli di Michael,presi tra la paura di sentirsi dire qualcosa che non avrebbe voluto e la speranza che si chiarissero presto e potessero riprendere tutto come prima.

    -Credo di sapere il perchè di questa bufera e non ti nascondo che quando mi hai detto che saresti uscita con Paul ci sono rimasto male. Ma è acqua passata e voglio che torni tutto apposto tra noi,per me sei importante e non voglio perderti.-
    Il discorso filava ma mancava di alcuni punti fondamentali. Melanie non aveva intenzione però di lasciarseli sfuggire dal momento che erano in tema,tanto valeva affrontarli subito.

    -Michael,perchè mi hai baciata?-
    Chiese facendogli abbassare improvvisamente gli occhi.

    -Non lo so il perchè,mi sentivo solo di farlo in quel momento...e l'ho fatto.-
    Risposta sincera.Si capiva ed anche se non era un vero e proprio perchè Mel si accontentò intuendo che non poteva pretendere altro,dato che realmente,nemmeno lui lo sapeva.

    -Va bene...volevo solo sapere se c'era qualche motivo particolare...ma se non c'è non fa nulla.-
    Gli baciò la fronte e scese dal pianoforte prendendogli la mano che lui strinse immediatamente.

    -E' tutto apposto adesso. E non voglio sottrarre altro tempo in scuse a noi due...abbiamo da recuperare due interi giorni Mike!-
    Lui sorrise a quelle parole e si alzò dallo sgabello imbottito e rivestito di pelle bianca. La ritrovata complicità ed il chiarimento gli illuminarono gli occhi come quelli di un bambino che aveva appena avuto la notizia del circo in città.
    -Che cos'hai in mente?-
    Chiese con voce di nuovo squillante.
    -Qualcosa che ti avevo promesso tempo fa...vieni.-
    Incredibile come fossero riusciti a ricucire lo strappo a tempo di record. Dentro di lei Mel si sentiva finalmente bene,in pace e tranquilla anche se non aveva avuto tutte le spiegazioni che avrebbe voluto. Ma cosa contava in fondo? La cosa importante ora era che Michael fosse di nuovo accanto a lei ed intrecciasse le dita con le sue seguendola fiducioso ed elettrizzato come un bambino,diretti verso la loro prossima piccola avventura.
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    Rating:Greeeeen!



    Chapter 3~



    L’appuntamento era per subito dopo l’ora di cena.
    Melanie parcheggiò il pick up al solito posto e una massa scomposta di capelli rossi saltò giù portando tra mani una confezione di gelato alla vaniglia e pistacchio. Era elettrizzata perché a breve Michael le avrebbe raccontato della serata con Tatiana e la sua curiosità da scimmia avrebbe finalmente trovato pace. Aveva partorito mille congetture sul possibile svolgimento della cosa,alcune anche troppo azzardate,altre decisamente più plausibili ed aderenti alla prova che avevano fatto, ma moriva dalla voglia di sentire dalla viva voce del protagonista tutto il resoconto.
    Salì svelta le scale mentre la musica del pianoforte si propagava dal piano superiore fin sotto;era una melodia lenta,vagamente nostalgica e molto molto dolce. Questa volta in punta dei piedi per la paura di interromperlo, si avvicinò alla grande sala dove lo strumento stava assecondando l’estro del proprio maestro e si arrestò all’entrata appoggiandosi con la testa allo stipite della porta.
    Michael era seduto di spalle,aveva una camicia gialla indosso ed i capelli sciolti. Il movimento delle dita sui tasti era enfatizzato da quello del corpo come se quell'opera di creazione coinvolgesse ogni singola fibra del suo essere,come se fosse lui stesso parte della musica.
    Melanie lo aveva visto comporre più volte ed ognuna di queste era stata un'emozione immensa ma sempre diversa,che non poteva essere paragonata a niente perchè unica nel suo genere. Spiegarlo le sarebbe risultato impossibile e realmente,la parola magia era quella che più si avvicinava al concetto.
    La voce di Michael si affiancò agli accordi canticchiando qualcosa che ancora non aveva forma nelle parole e subito dopo sollevò le dita dai tasti ed afferrò carta e matita prendendo ad annotare chissà cosa.
    Melanie si avvicinò in silenzio.

    -Scusami se non ero di sotto ad aspettarti,sai che quando l'ispirazione arriva non so controllarla.-
    Disse lui alzando lo sguardo e sorridendole dolcemente.

    -Vale la pena di far le scale da sola per ascoltare il genio all'opera...-
    Le lunghe dita di Michael tornarono sulla tastiera lanciando in aria un accordo molto alto che vibrò per la sala a lungo,ripetuto.
    Melanie si avvicinò alla finestra e chiuse gli occhi. Il tramonto infuocato davanti a lei si ripresentò nella sua immaginazione dipinto dai tocchi delle note di Michael. Quella musica parlava di qualcosa,di qualcosa di intenso ed emozionante che però era tenuto a freno,dolorosamente. Una sorta di empatia per quella musica fece rabbrividire Melanie;ora-a pochi metri da Michael-ciò che le era sembrato solo un velo di malinconia si era trasformato in una punta di dolore e di rimpianto.
    Nell'acqua limpida e rassicurante delle note maestre si nascondeva qualcosa di potente e nascosto che pareva non voler venire a galla ,rimanendo latente,ma costantemente partecipe nella musica.
    Corrucciò la fronte infastidita, continuando a tenere gli occhi chiusi ,mentre il vermiglio del tramonto sfumava nel viola e nel rosso esangue degli ultimi raggi del sole.
    La musica si interruppe e Mel aprì gli occhi.
    Davanti a lei il tramonto ormai quasi al termine e l'immagine di Michael riflessa nel vetro,fermo dietro di lei.

    -Per il momento basta così...-
    -Sono proprio molesta,ti ho fatto passare l'ispirazione.-
    Proruppe scherzosa ma a voce bassa.

    -Sei la molestia fatta persona...-
    La rincalzò dandole un buffetto sulla guancia e sorridendo.
    Michael si mise in tasca il pezzo di carta sul quale aveva appuntato la canzone e si voltò diretto verso la cucina.

    -Scusa ma non ho cenato e adesso ho un pò fame.-

    -Ho portato il gelato! Vaniglia per te e pistacchio per me.-
    -Vada per il gelato allora.-
    Disse lui senza girarsi nemmeno e continuando a camminare verso la porta gialla della cucina.
    In quel momento Mel fu certa che ci fosse qualcosa che non andava.
    Il pupazzo a grandezza naturale di una cuoca molto grassa accolse l'entrata dei due. Michael ci aveva attaccato un post-it sul petto con scritto "Melanie tra 10 anni" e lo indicava tutte le volte che lei metteva piede lì dentro, ma quella volta non lo fece,limitandosi a sedersi sul primo sgabello a disposizione.
    Afferrò due cucchiai e gliene passò uno aprendo la scatola di gelato con l'altra mano.
    Mel fu la prima a rompere il silenzio.

    -Allora...tutto bene ieri?-
    Certo,che qualcosa fosse andato storto con Tatiana era stata la prima cosa che le era venuta in mente per giustificare il malumore (o la stranezza) di Michael.
    -Umh...sì,direi bene.-
    -Diresti bene? Quindi tutto apposto con lei?-
    -Direi di sì...-
    -Condizionali su condizionali...direi che è preoccupante.-
    Lo apostrofò lei per convincerlo a parlare.
    -Pensi che abbia fatto tanto schifo? Non credi per niente nelle mie capacità...-
    Il permaloso Michael Joseph Jackson non si dava mai la pena di nascondere questo suo lampante difetto e Mel ne aveva avuto l'ennesima dimostrazione. Aveva appena fatto in tempo ad accennare la cosa che subito si era sentito colpito nel vivo ed aveva reagito male.
    Il cucchiaino affondò nel pistacchio fino a colmarsi e poi volò verso le labbra di lei,quello di Mike rimestava nella vaniglia senza troppa convinzione.

    -Non ho detto questo,ma la faccia e la poca parlantina di stasera non mi fanno pensare in bene.-
    -Non ho niente di particolare...sono solo...stanco.-
    -Quindi con Tatiana è andata bene?-
    -Sì,abbiamo passeggiato...chiacchierato...passeggiato ancora e...chiacchierato.-
    Oh cielo! Lo diceva con la stessa enfasi con cui avrebbe parlato del tempo o di una faccenda noiosa da sbrigare,decisamente qualcosa non andava.
    Guardò per un attimo gli occhi di Mel che indagavano curiosi sul suo viso e poi riabbassò lo sguardo ficcandosi in bocca un cucchiaio di gelato.

    -Tutto qui insomma...-
    Già,tutto qui. Eppure la "prova generale" era andata bene e lui era sembrato più convinto che mai solo due giorni prima ,mentre adesso era abbattuto e con la luna storta.
    Melanie sospirò allungandosi verso di lui e sollevandogli il viso con entrambe le mani per costringerlo a guardarla.

    -Senti. Io ti conosco come le mie tasche e puoi prendere in giro chi vuoi,ma non me. Quindi Michael,poche storie e sputa il rospo.-
    Il carattere spigoloso di Melanie a volte era anche troppo "appuntito",soprattutto per Michael che gradiva la sua schiettezza ed i pochi giri di parole ,ma non quando si trattava di questioni delicate come quella.
    Ebbe la voglia di scappare da qualche altra parte dove lei non gli avrebbe fatto domande moleste ma si trattenne cercando di mostrare maturità.

    -Non ho niente,davvero.-
    Rispose secco guardandola negli occhi.

    Bene,anzi male,sembrava non esserci verso di fargli vuotare il sacco al momento e Mel era abbastanza intelligente da capire quando fermarsi ed adottare un piano B.
    Sì,perchè c'era un piano B.
    La parte infantile di Michael lo portava da un lato ad assumere atteggiamenti potenzialmente irritanti per una come Melanie,dall'altro la stimolava ad aguzzare l'ingegno per ottenere ciò che voleva.
    La sua testardaggine non aveva limiti e quella volta non sarebbe stata l'eccezione alla regola.

    -Capito. Allora se dici che è tutto apposto mi fido.-
    Disse spiccia prendendo un'altra cucchiaiata e fregando anche della vaniglia a Michael.
    Rimasero in silenzio per un pò. Mel raggiunse il frigo e ne tirò fuori un cartone di succo d'arancia,se ne versò un pò in un bicchiere e si sedette di nuovo davanti a Michael che continuava a rimescolare il gelato svogliatamente.

    -Allora,visto che il gelato ti fa schifo...
    Che ne dici di fare qualcos'altro? Potremmo vedere un film,giocare a qualcosa oppure...andare a fare un giro in città.-

    Lui la guardò come se avesse appena pronunciato una fenomenale formula magica. Michael non poteva permettersi di uscire da solo senza essere assalito da centinaia di fans ululanti e pericolose. La gente non poteva rendersi conto di come ci si sentisse dall'altra parte della barricata,come fosse difficile "essere il vip". Vivere dentro una gabbia dorata dove ogni tentativo di spiegare le ali era frustrato da centinaia di motivi di sicurezza,ordine pubblico e cose del genere.
    Michael avrebbe dato milioni di dollari per potersi permettere una passeggiata in mezzo alla gente normale senza essere rincorso da grida e flash di fotografi.Poche volte prima di allora aveva messo piede a LA senza scorta e comunque in ognuna si era sentito come un orso allo zoo,con centinaia di paia di occhi addosso,seguito,spiato in ogni movimento.
    Per quello si era costruito Neverland. La sua pace,la sua infanzia mai avuta,la fantasia concretizzata in piscine giardini,giochi.
    Un proprio regno di tranquillità che adesso stava attrezzando per poterlo condividere con i bambini più bisognosi,malati o senza famiglia. Per potergli offrire qualche giorno di serenità nella loro tristezza.
    Neverland non lo avrebbe mai tradito garantendogli la sicurezza di cui aveva bisogno,ma lui lo sapeva,non era comunque libertà.

    -Parli sul serio?-
    -Ti sembra che abbia la faccia di una che scherza?-
    No,decisamente no,Melanie era più seria che mai,l'avventura poteva cominciare.




    ***





    -Allora,non ti togliere gli occhiali e attento a non farti cadere la pancia finta ok?-
    -Siiii,ti ho detto di sì.-
    -Bene,allora operazione supermarket in arrivo!-
    Michael ridacchiava letteralmente sotto i baffi. Grossi cespugliosi baffi neri che si univano ad una barba ispida e molto credibile.
    Melanie gli aveva fatto indossare una camicia a quadri ed un paio di jeans larghi sotto i quali aveva posizionato una finta pancia da incallito bevitore di birra fatta di una matassa di vestiti.
    Rischiavano grosso e lei lo sapeva mentre lui era troppo elettrizzato dalla cosa per fare spazio alla paura. Gli occhiali da sole a goccia davano il tocco finale da yankee ed i capelli nascosti da una bandana sotto il cappello da baseball erano la chicca che lo rendevano pressochè irriconoscibile.
    Fino al ritorno a casa il suo nome sarebbe stato Clide e tanto per fare pendant Mel si era ribattezzata Bonnie.

    -Non parlare ad alta voce se non è necessario,la tua si riconoscerebbe ovunque...e poi non si abbina al tuo look da boscaiolo del Montana.-
    -Ricevuto capo...-
    Rispose Michael con un umore del tutto diverso da quello di appena 20 minuti prima.
    Scesero dal Pick Up nel parcheggio del supermarket. Grazie al cielo l'orario continuato gli permetteva di camminare con il favore del buio e di non dare troppo nell'occhio.
    Melanie entrò per prima dando uno sguardo in giro.
    Ad occhio e croce c'erano 10 o 15 persone dentro al negozio e per il momento non li avevano degnati di attenzione. Michael/Clide la seguì con occhi sognanti dirigendosi immediatamente verso lo scaffale dei dolci mentre Mel afferrò immediatamente una bottiglia di vino rosso ed una di spumante dolce.

    -Bisognerà festeggiare l'uscita,comunque vada...-
    Si giustificò ridacchiando.
    La spesa durò una mezz'oretta tra risate soffocate per non dare nell'occhio e diverbi sul tipo di schifezze da comprare.Alla fine entrambi arrivarono alla cassa, Michael con una quantità spropositata di patatine e pop corn tra le braccia e Melanie con cookies e caramelle a volontà.

    -Sono 15 dollari e 70 cent.-
    Disse il cassiere che ruminava la gomma peggio di Louie,il lama di Michael.

    -Pago io!-
    esclamò lui eccitato di poter fare una cosa così straordinariamente normale come pagare alla cassa di un supermarket.
    Il ragazzo lo scrutò assottigliando lo sguardo e Mel lo notò,le si gelò il sangue.
    Mike,ignaro di tutto prese i soldi dalla tasca e si grattò i baffi che gli prudevano facendo staccare un pò la colla che li teneva.

    -Hai 70 cent Bonnie?-
    Chiese anche questa volta con un tono più che riconoscibile.
    Da lì ci volle poco per l'inizio della fine.

    -Ommioddioèmichaeljackson!-
    Fu l'urlo disumano del ragazzo che si alzò di scatto dalla sedia e lo indicò proprio come se fosse un fenomeno da baraccone.
    Michael lo guardò rimanendo senza parole e poi rivolse un'occhiata terrorizzata a Melanie mentre già altre quattro o cinque teste si erano girate verso di loro, all'unisono.
    La ragazza afferrò la spesa e la mano di Michael che fece solo in tempo a lasciare venti dollari sul banco prima di vedersi trascinare fuori inseguito da tre ragazze urlanti ed il cassiere che quasi si strappava i capelli per l'emozione.

    -Scappa!Ti avevo detto di stare zitto!-
    -Scusa non ho fatto apposta...-
    Rispose ancora eccitatissimo mentre l'adrenalina lo spingeva a correre sempre più velocemente.
    Saltarono sul pick up insieme e subito Mel mise in moto.

    -Veloce veloce,quasi ci sono!-
    Le strillò Michael. Il motore ruggì nella notte,seguì una sgasata e con una curva più che allegra Mel imboccò la strada principale inseguita ancora dalle fans mentre Michael si toglieva il cappellino da Baseball e glielo lanciava generosamente.

    -Ahahahahaha!Wooooo! E adesso dove andiamo?-
    Mike era su di giri,Mel terrorizzata da ciò che avevano appena rischiato.
    Quanto tempo ci sarebbe voluto per far radunare un centinaio di persone una volta che avessero saputo della presenza di Michael? Poco,molto poco...

    -Al posto sicuro più vicino,casa mia.-
    Disse serrando le mani sul volante e spingendo a tavoletta sull'acceleratore. Dieci minuti scarsi ed arrivarono all'appartamento. Salirono dalle scale antincendio di corsa chiudendosi alle spalle la porta. La ragazza tirò finalmente un sospiro di sollievo.

    -Dio,c'è mancato poco....-
    -E' stato uno spasso!-
    -Si certo,uno spasso da infarto.-
    -Mi sono divertito da morire...-
    Si avvicinò a Melanie e la abbracciò schioccandole un bacio sulla guancia ancora con i baffi mezzi scollati e la barba,ci pensò lei a togliergli del tutto tra le risate.

    -Sei terribile con questa roba Clide...-
    -Tu invece sei la migliore amica che mi potesse capitare.-
    Si morse il labbro inferiore e scoppiò a ridere abbandonando tutta la tensione accumulata fino a quel momento,era così espansivo con lei che non poteva fare a meno di farsi trasportare da quell'affetto dirompente.

    -E adesso,brindisi!-
    -Ma lo sai che sono quasi astemio.-
    -Appunto ho preso il vino dolce,questo piace anche i bambini di quattro anni. Michael,me lo devi!-
    -Ok ok,hai ragione, brindisi sia...-
    Missione compiuta,il piano di Mel aveva funzionato e adesso sarebbe stata in grado di farlo parlare finalmente...e di farsi raccontare com'era andata con Tatiana. Era costata fatica la cosa,ma ne sarebbe valsa la pena,ne era sicura.
    Seduti sul divano del piccolo salotto di Mel fecero tintinnare i bicchieri e il frizzante liquido ambrato scivolò in gola in men che non si dica.Terminata l'ultima goccia Michael si abbandonò con la testa all'indietro sul divano e Mel poggiò la propria sulla sua spalla.

    -E pensare che la davo per spacciata questa giornata...ero di pessimo umore.-
    -Ma va? non l'avrei mai detto!-
    Grandioso,aveva cominciato a parlare di sua spontanea volontà senza nemmeno il bisogno che Melanie ci mettesse del suo.

    -E' da ieri che sto così...con Tatiana sai...-
    -Sì? E' andata male Mike?-
    -No,è andata più che bene.-
    Quella fu una grossa sorpresa,davvero. Avrebbe giurato che le stesse per confessare un fiasco,invece si trattava di tutt'altro.

    -Siamo stati nel parco e abbiamo parlato tanto. E' molto dolce,comprensiva,disponibile e credo che ci tenga veramente a me. Le ho preso la mano e l'ho sentita emozionarsi ancora di più,da quel momento è stata lei a trascinare la conversazione...e a prendere l'iniziativa....alla fine mi ha baciato.-
    -Bè ma,è stupendo!-
    -Credo di sì...-
    -Perchè credi?-
    La stava confondendo. Non riusciva a capire cosa ci fosse che non andava in Michael a quel punto. A sentirlo parlare pareva tutto perfetto ma il tono e la voce con cui discorreva dicevano altro.Melanie alzò il viso verso il suo ,nel buio ,e lo vide fissare il soffitto concentrato in qualche pensiero che solo lui conosceva.

    -Perchè Mel,non è lei ciò che voglio.-
    Cadde il silenzio.Se fossero stati all'interno di un fumetto a quel punto decine di punti interrogativi sarebbero spuntati dalla testa di Melanie,il mistero si infittiva.

    -Vedi,per quanto possa essere bella dolce e disponibile mi ha dimostrato sempre e solo una cosa,la stessa che mi hanno dimostrato le ragazze prima di lei...
    Cercano tutte di compiacermi,di starmi vicino e di comprendermi,ma non sanno che non è questo quello che cerco.
    Non ho bisogno di sentirmi rispondere sempre di sì,di sentirmi dire che capiscono la mia solitudine e desiderano starmi a fianco.
    Mel,io non voglio qualcuno che mi stia a fianco nella mia solitudine,voglio qualcuno che me ne tiri fuori.-

    Ecco il centro di tutto,il nocciolo della questione. Michael non si accontentava di compagnia nel suo mondo,voleva di più,voleva essere aiutato e...salvato in qualche modo.

    -Capisco.-
    Sussurrò accarezzandogli la guancia ancora un pò appiccicosa di colla.

    -Capisci davvero?-
    -Certo,essere soli in due non significa essere liberi dalla solitudine.-
    -Esatto.-
    Michael non cercava una ragazza che si adattasse a pennello al suo mondo,voleva qualcuna che avesse forza sufficiente per portarlo nel proprio e farlo vivere davvero. Mel sentì una stretta al cuore e capì a quel punto il dolore nelle note che qualche ora prima Michael stava suonando al piano,lo capì del tutto e si sentì attanagliata da una tristezza infinita.

    -Mi dispiace...-
    Allacciò le braccia al suo petto stringendolo a sè,il battito regolare di Michael nell'orecchio ed il suo respiro tra i capelli. Lei non aveva mai desiderato davvero un rapporto così profondo con una persona ma sentiva di comprendere visceralmente i sentimenti dell'amico,come se fossero i propri.

    -So che è una frase retorica che non si adatta per niente a me ma...la troverai.-
    Non rispose,si limitò ad abbracciarla a sua volta e a darle un bacio leggero tra i capelli prima di cominciare a mormorare la triste canzone di prima.
    Le note vibravano in gola e Mel poteva quasi vederle prendere forma nella sua immaginazione,sollevò la testa portandola di lato a quella di Michael,assorta in quella melodia che temeva di ritrovarsi dentro una volta che lui se ne fosse andato. I polpastrelli scivolarono alla base della gola,nella calda fossetta tra le clavicole e poi risalirono sfiorando il pomo d'adamo e il mento,fino alle labbra. Le posò sulla sua bocca interrompendo quella musica appena accennata,Michael le baciò lentamente voltandosi verso di lei.

    -Non essere triste...non posso vederti così...-
    Sussurrò mentre senza accorgersene una lacrima le rigava il viso.
    Abbassò la mano e Michael portò la propria tra i suoi capelli cancellando con l'altra la goccia che brillava alla luce fioca dalla finestra. Si sentiva persa in un sogno,in uno strano,morbido ed accogliente stato di dormiveglia che non dipendeva da lei. Michael era vicino e profumava di menta e di zucchero,ricominciò a mormorare altre note esattamente da dove le aveva lasciate poco prima e Mel tentò ancora una volta di zittirlo premendo le dita contro le labbra,ma stavolta non funzionò.
    Le loro teste si avvicinarono ancora,ora le fronti erano l'una contro l'altra mentre il cuore di Mel sembrava essersi spostato direttamente in gola. Le dita che teneva premute contro la bocca di Michael parvero scottare all'improvviso e le tolse stringendole intorno alla sua mascella. Con un lento movimento del collo lui alzò la testa quel tanto che bastava per azzerare la distanza tra le loro labbra ed in quell'istante le note si spensero.
    Melanie fremette intensamente ma non ebbe assolutamente la forza di spostarsi di un solo centimetro. Lasciò che il contatto durasse per un istante infinito,persa nella sensazione del tutto nuova di quel bacio di una tenerezza estenuante. Tremando lasciò scivolare le dita alla camicia di Michael e la strinse come aveva fatto solo due giorni prima sotto la grande quercia a Neverland, questa volta non voleva allontanarlo ma semplicemente scuoterlo,provocare una qualsiasi altra reazione che non fosse il bacio che la stava facendo letteralmente morire. Si sentiva immobilizzata,incapace di muoversi,stretta in una ipnotica morsa che non avrebbe mai voluto lasciare anche se il suo cervello stava facendo a botte con il corpo spronandola ad andarsene immediatamente.
    Le prese la mano che stringeva convulsamente il lembo di stoffa e all'istante la fece rilassare nella propria.Michael dischiuse appena le labbra per farle aderire di nuovo a quelle di lei e stavolta con più intensità mentre un brivido gli correva per tutta la schiena.

    -Non sono triste quando sei con me...-
    Sussurrò soffiando le parole tra le labbra di Mel,staccandosi appena.
    Le accarezzò la guancia ancora una volta facendola ancora una volta appoggiare contro la spalla e si distesero entrambi sul divano. L'orecchio di lei sul petto di Michael,il battito del cuore perfettamente regolare che sembrava volerla cullare. Stordita,confusa e stanca si lasciò persuadere da quel suono rassicurante e da quelle braccia morbide a scivolare nel sonno.
    Forse era un sogno,doveva essere tutto soltanto un sogno...
  8. .
    CITAZIONE
    Grazie per i video, io non sono riuscita a trovarli O_O

    Prego figurati ^_^

    CITAZIONE
    E' inutile ò___ò
    Presuntuosa, vuole avere sempre tutto per se.
    Avrà anche una bella voce ma come carattere J__J

    Muahah XD capisco quello che vuoi dire,è un pò spocchiosetta!

    Niki non sei la sola...io non so al cinema come farò,mi porterò una confezione intera di fazzoletti :cry:
  9. .
    297
  10. .
    7 seconds
    nenhe Cherry e uno con un nome strano
  11. .
    CITAZIONE
    Ma Beyonce quanto mi sta sui co*lioni???

    Ahaha XD che ha fatto poveretta? Tra l'altro ha anche vinto il premio come miglior Video
  12. .
    Si trova si trova :D

    allora,questo è il medley+Janet



    Questo è il discorso di Madonna.
    https://www.youtube.com/watch?v=htpm8hidIPc...player_embedded
  13. .
    Il discorso di Madonna ed il tributo di Janet sono stati bellissimi a dir poco...
  14. .
    Benvenutaaaa,io sono Alessandra =D
  15. .
    Spettacolo con i sottotitoli *-*
80 replies since 7/1/2006
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