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    :ph34r: Io ci provo eh,cioè,posto il primo capitolo di sta roba :woot:
    Si accettano commenti critiche e anche ban da parte degli admin se è 'na schifezza :P



    Avvertimenti:OCC Out of Canon (ovvero gli avvenimenti esulano dalla storia effettiva)
    Rating:Attualmente verde,più in là NC 17
    Paring:Michael Joseph Jackson (Bad Era)/Personaggio inventato.

    .Teach me Love

    C'è un'unica specie d'amore, ma ne esistono mille copie diverse.
    François De La Rochefoucauld




    Chapter One

    Melanie si svegliò di scatto,il suono metallico di un campanello la fece sobbalzare sull’ampio divano dove era distesa,coperta da un plaid di lana a scacchi e vicina ad un altro corpo tiepido che brontolava sommessamente,non del tutto sveglio ma disturbato dal rumore improvviso. La luce del sole filtrava dalle tende socchiuse ed il grande schermo davanti a lei rimandava un’immagine completamente nera . I suoi occhi scattarono subito all’orologio attaccato al muro dove un piccolo bambino sperduto indicava le dieci meno un quarto con il dito puntato verso il numero mentre Peter Pan da sopra lo incitava a volare più in alto.

    -Cazzo!-
    Gli occhi ancora impastati dal sonno non le impedirono di mettersi in piedi all’istante cercando di rintracciare le scarpe sparse chissà dove sul tappeto. Il fagotto che aveva lasciato dietro di lei sulla pelle del divano si mosse rotolando pigramente e facendo spuntare fuori un ciuffo si capelli neri più che scomposti.

    -Che c’è?-
    Disse il groviglio di coperte ed abiti aggiungendo al ciuffo scuro anche un paio di occhi a malapena aperti.

    -C’è che devo essere a lavoro tra un quarto d’ora esatto,c’è che se il capo mi becca ancora una volta in ritardo mi sbatte fuori dal ristorante prima che riesca ad aprire bocca per scusarmi e c’è che non dovevo addormentarmi qui dannazione!-

    Infilò le scalpe in modo fulmineo e volò davanti allo specchio. I capelli erano un disastro,il trucco del giorno prima era colato ed aveva il segno rosso del cuscino sulla guancia destra,senza contare la pessima cera e le occhiaie,era un totale disastro. Mel raccattò qualche forcina dalla tasca dei jeans e cominciò a sistemare la sua indomabile massa di capelli rossi alla meno peggio.


    -Scusa,è colpa mia...-

    -No,non è la tua,è la mia che ti do retta Michael,come sempre.-
    Sibilò in tono acido mentre passava a togliere le sbaffature di trucco da sotto gli occhi. Non era la prima volta che si addormentava a casa di quello che stava diventando il suo migliore amico. Succedeva spesso invece,che le loro serate insieme finissero davanti ad un film o due e che lentamente scivolassero entrambi nel sonno fino al mattino successivo. Nessun problema se era sabato…ma in quel caso non lo era. Il plaid cadde per terra e la figura piuttosto alta e dinoccolata di Michael toccò il tappeto con la punta dei piedi coperta da un paio di calzini di colore diverso. Guardò Melanie che si sistemava la camicia nei jeans e prendeva la borsa sepolta sotto un mucchio di grossi pupazzi di peluches.

    -Ci vediamo questa sera?- provò a dire a mezza bocca.
    Lei si girò con l’ultima forcina tra le labbra ed un’espressione volutamente incredula.

    -Non sarà il caso che chiami Tatiana questa sera Mike? Fai questo benedetto passo per una volta.-
    Lo incitò con una punta di sarcasmo. La fretta e la situazione in cui si era svegliata l’avevano messa di pessimo umore e come sempre,dato il suo caratteraccio, se la prendeva con la prima persona a portata di mano,in questo caso Michael.

    -Ok.-
    Si limitò a dire lui abbassando lo sguardo e spostandosi verso la finestra con il muso lungo. Odiava quando faceva così,soprattutto perché sapeva sempre con fastidiosa precisione, quali erano i suoi punti deboli e come colpirli per fargli male.

    -Bene,ci sentiamo allora,ciao.-
    Disse spiccia sparendo dietro la porta della sala video e precipitandosi per le scale alla volta della macchina parcheggiata fuori dall’entrata della villa .
    “E speriamo che Paul sia in ritardo.” Il motore si avviò mentre dall’alto un paio di tende si scostavano timidamente per vederla andar via.


    Melanie e Michael si conoscevano da circa quattro anni ma non avevano mai approfondito la loro conoscenza come stava accadendo quell’estate. L’incontro era stato casuale così come era stato del tutto casuale il fatto che due persone così diverse potessero prendersi talmente bene. Una sorta di strano incastro voluto dal fato,una combinazione improbabile ma che pareva funzionare e che gli aveva fatto stringere una salda amicizia. Lei era una semplice cuoca in un ristorante italiano,lui la superstar di fama internazionale che si apprestava ad intraprendere il primo tour mondiale da solista.

    “La prima tappa,a Tokio è prevista per il 12 settembre e lancerà lo spettacolo che si prospetta come uno dei più attesi dell’ultimo decennio. Le ultime notizie riportano che la stravagante star è in questo momento impegnato in delle trattative per l’acquisto della mummia di Tutankamon a Londra.Questa verrà aggiunta alla macabra collezione di ossa,tra cui quelle dell’uomo elefante e…”
    Mel spense la radio scuotendo la testa. Londra e pezzi di morto,era incredibile come i media fossero capaci di sparare scemenze su di lui ogni 2 per 3.

    -Ma quale uomo elefante e mummie…l’unica mummia che ha visto è quella del film di ieri sera.- disse tra sè e sé scendendo di corsa dal suo pick up e spalancando la porta posteriore del ristorante,quella riservata ai dipendenti.
    -Ah! Pensavo di dovermi trovare una nuova cuoca.-La apostrofò una voce roca. Paul per sua sfortuna era già arrivato.






    -Si ci penso io domani,sì certo va bene,porterò fuori anche i vuoti delle bottiglie,ok,ciao e grazie ancora Paul…-
    Si passò una mano sugli occhi,strofinandoli. Aveva lo sguardo stanco e si sentiva a pezzi letteralmente,dover scontare la furia del suo capo le era costata la promessa di straordinari per l’indomani,era assolutamente una giornata NO quella. Guardò l’orologio,erano quasi le sei ed il sole di inizio giugno era ancora sorprendentemente alto in cielo,le giornate estive erano lunghe e solitamente le piacevano…quando non era così stanca.
    Melanie sospirò e si avvicinò alla cabina telefonica tirando fuori qualche penny dalle tasche per chiamare. Compose il numero e ben presto una voce,sottile e inconfondibile all’altro capo del telefono rispose.

    -Pronto?-

    -Mike,sono io.-
    Ci aveva pensato durante tutto il turno di lavoro e il modo in cui si erano lasciati quella mattina la faceva stare male. Era una ragazza assennata in fondo,che teneva molto alla correttezza ed i suoi scatti di lunaticità le lasciavano sempre un grande amaro in bocca,soprattutto quando coinvolgevano Michael che invece era sempre così buono e disponibile con lei.

    -Ciao.-

    -Ascolta…ti va se ci vediamo stasera? Pensavo di cucinarti qualcosa e magari fare una passeggiata nel ranch dopo cena.-

    Michael sapeva che il “cucinare qualcosa” di Mel significava un pranzo luculliano a tutti gli effetti. Era una gran cuoca e le sue origini italiane rendevano onore alla causa rendendola incredibilmente abile a sfornare delizie dal nome strano come:Lasagne, Linguine al Pesto,polpette o il formidabile tiramisù. Lui non era un gran mangione,anzi,toccava cibo per necessità e non per gola,ma quando la sua amica si metteva all’opera era capace di far uscire la buona forchetta che c’era in lui.

    -Umh…non lo so, ho un po’ da fare… -
    In realtà non aveva nulla di programmato, ma un po’ di tensione per farle scontare la partaccia della mattina ci voleva. Michael era sì disponibile e sempre gentilissimo ma quando veniva ferito non si scordava la cosa così facilmente. Tuttavia Melanie aveva una corsia preferenziale tutta sua e davvero non aveva alcuna voglia di passare la serata in solitudine,soprattutto perché contrariamente a ciò che aveva affermato quella mattina, aveva deciso di non chiamare Tatiana.

    -Ok,va bene Mel,ci vediamo dopo.-
    Melanie sorrise all’altro capo del telefono e riattaccò accordandosi per le 7 e mezza. Infilò di corsa il primo supermercato per comprare tutto l’occorrente per la cena,si sarebbe fatta perdonare a modo suo anche quella volta.




    -Cos’è questa?-
    -Pasta alla carbonara.-
    -Carboneira…-
    -No! Carbonara…c’è l’uovo,la pancetta,pepe…-
    -Credi che a Bubble piacerà?-
    -Credi che a Bubble piacerà la tua testa quando gliela darò da mangiare? Non ti azzardare a dare gli spaghetti alla scimmia!-
    Michael rise continuando ad osservare Melanie che cucinava. Era sempre attento a tutto,interessato e desideroso di sapere,di conoscere,soprattutto quando non era affatto al dentro dell’argomento,in quel caso “la cucina”. Il rumore dell’olio che sfrigolava nella padella con il bacon era l’unico suono che accompagnava la preparazione della cena. Il clima si era ormai rilassato e Michael e Mel erano tornati a rivolgersi gli sguardi di profondo affetto di sempre. Nel forno cuoceva il rollè di coniglio con patate mentre in frigo il tiramisù si stava raffreddando.

    -Tu sapresti cucinartelo un uovo al tegamino Mike?-
    Chiese incuriosita.
    Non lo aveva mai visto ai fornelli e dibutava che avesse mai preso una padella in mano.

    -Io faccio canzoni ragazza,non uova al tegamino.-
    Rispose con tono di simulata superiorità e poi scoppiò a ridere.

    -Comunque no,morirei di fame se non avessi qualcuno per prepararmi del cibo.-
    Ammise poi appoggiando il gomito sul mobile accanto ai fornelli dove Mel,capelli raccolti in una coda e grembiule blu,si apprestava a saltare gli spaghetti.

    -Ti insegnerò un giorno,ti insegnerò…-
    -Sì,ed io ti insegnerò il moonwalk!-
    -Credo che sia più facile che diventi chef…te lo immagini? Chef Michael vi presenta il suo piatto forte,i "Tenderoni in tomato sauce"-
    -

    Where Did You Come From Lady
    And Ooh Won't You Take Me There
    Right Away Won't You Baby
    Tenderoni You've Got To Cook…


    Ho anche il Jingle per lo spot!-


    Disse ridendo di gusto all’ennesima scemata che avevano tirato fuori da quando si erano rivisti. La cena iniziò e terminò una mezz’ora più tardi con l’ultimo cucchiaio di tiramisù e Michael che si stiracchiava chiedendo perdono al suo stomaco strapieno.

    -Oddio,sto troppo bene,non voglio pensare a quale inferno mi toccherà domani…per il ritardo di questa mattina mi toccherà recuperare un’ora di lavori pesanti domani sera…-
    Brontolò Melanie giocherellando con un lembo della tovaglia a tavola. Michael la stava guardando allungandosi verso destra per prendere una delle onnipresenti gomme da masticare.

    -Hai fatto molto tardi questa mattina?-
    -Un quarto d’ora,ma non era la prima volta lo sai,Paul è tremendo…-
    -Credevo che ti piacesse Paul.-
    -Si infatti,ma non come capo! Voglio dire,è un uomo affascinante ma sul posto di lavoro è una specie di tritacarne,non la fa passare liscia a nessuno Mike.-
    -Mi ci rivedo un po’…è un perfezionista come me.-
    -Uff! Al diavolo voi ed il perfezionismo allora…-
    Esclamò alzando gli occhi al cielo e tirandosi in piedi dalla sedia.

    -Ce la facciamo questa passeggiata allora?-
    Chiese puntando le mani sul tavolo e guardando l’espressione concentrata di Michael che cercava di fare un palloncino più grosso del precendente.
    -Ma se sei a pezzi dove vuoi andare? Meglio che restiamo dentro no?-
    -Ehi! Si vede tanto che sono a pezzi?-
    Chiese lei indispettita.

    -Insomma…-
    Sì,era a pezzi ed anche lei lo sapeva,soprattutto le gambe erano pesanti,stancate dall’intera giornata passata in piedi a correre da una parte all’altra della cucina. Mel andò verso la finestra dove la bassa luce del crepuscolo rendeva i vetri utili come specchi e si guardò. Dio,era conciata peggio che mai.

    -Michael,ho bisogno di una doccia.-
    -Te lo stavo per dire…vai pure,e se ti serve qualcosa da metterti addosso dopo prendi pure dal mio cassetto.-
    Melanie era già sparita lungo il corridoio,diretta ad uno dei 15 bagni della casa. Il suo preferito era quello nei toni del giallo,ampio quanto la camera da letto del suo appartamento e con una vasca idromassaggio che avrebbe fatto invidia a quelle degli alberghi a 5 stelle. In meno di cinque minuti fu sotto il getto caldo dell’acqua levandosi di dosso gran parte della stanchezza e della fatica della giornata.
    Tornata da Michael lo trovò davanti alla tv mentre girava pigramente i canali. Si era infilata un paio di pantaloncini bianchi ed una tshirt blu con Mickey mouse decisamente troppo larga per lei,ma la aveva annodata sul fianco.

    -Adesso va molto molto meglio.-
    Esclamò buttandosi sul divano affianco a quello dove stava Michael con i capelli ancora bagnati,avvolti in un asciugamano bianco. Rotolò sulla propria pancia e si appoggiò al braccilo del divano fissando il ragazzo che si era fermato sul canale dove Bugs Bunny stava dando del serio filo da torcere a Duffy Duck. Michael era completamente assorto nella visione ed aveva un vago sorriso sulle labbra che le ricordava tanto quello di un bambino.

    -Ma tu non dovevi chiamare Tatiana questa sera?-
    Esordì mettendosi a sedere a gambe incrociate e togliendosi l’asciugamano dai capelli per strofinarli. Michael continuò a guardare i cartoni,ma il suo sorriso si spense all’improvviso.
    Tatiana era una ragazza che aveva conosciuto durante la registrazione del video “The Way You Make me Feel” e che a lui piaceva molto. Questo lo aveva confidato a Mel e a poche altre persone del suo giro,ma la faccenda era ferma da mesi e Mike pareva non decidersi a fare un passo buono per conoscere Tatiana. La sua timidezza verso le ragazze era patologica. Più volte i due si erano confrontati sull’argomento e mentre la maliziosa e più che sfacciata Mel insisteva per un approccio diretto, Michael sosteneva una strenua difesa della tattica:”Aspetto che le cose maturino da sole”.
    A nulla erano valse le proteste della sua amica,la superstar di fama mondiale con milioni di ammiratrici al seguito preferiva giocare con i flipper e con le pistole ad acqua piuttosto che fare strage di cuori cambiando compagnia ogni sera.

    -Veramente preferisco non farlo.-
    Si limitò a dire cambiando improvvisamente canale nella speranza che insieme alla tv anche Mel si focalizzasse su qualcosa di diverso.

    -Allora sei proprio cocciuto. Michael,lo so che ti piace,mi dici che ti costa farle una telefonata e parlarci? Non ti dico di fartela questa sera stessa ma…-

    -Ma cosa dici!-
    Arrossì violentemente,imbarazzato. La lingua di Melanie era veramente troppo lunga per lui alcune volte,soprattutto perché i due avevano una diversa concezione di “parlare sporco”…molto diversa.

    -Dico che ci devi provare,ecco cosa dico…ne abbiamo parlato anche ieri sera no?-

    -Appunto e come ben sai non siamo arrivati a nessuna conclusione.-

    -Perché sei un mulo testardo che marcirà aspettando carote che non piovono dal cielo.-
    Lo punzecchiò andando sul suo divano e togliendogli dalle mani il telecomando,tanto per fargli dispetto.

    -E tu sei una gatta randagia che prima o poi verrà presa sotto da una macchina inseguendo la sua ultima conquista…e diventerai una gattamorta.-
    Ribattè lui lanciandole un’occhiata obliqua mentre prendeva un sacchetto di gelatine alla frutta dal mobile affianco al sofà. Mel sbuffò fintamente offesa da quella battuta,Michael sapeva delle sue numerose storie ma non l’aveva mai giudicata male per questo. Tra di loro c’era un profondo rispetto nonostante le diversità evidenti e proprio per questo riuscivano a confrontarsi così apertamente senza rischiare di litigare alla grande.

    -Dammi le caramelle.-
    Lo stuzzicò lei tentando di riprendere il discorso che era improvvisamente caduto. Niente,non la degnò di uno sguardo.

    -Ho detto dammi le caramelle!-
    Esclamò a voce più alta sedendosi in ginocchio sul divano ma non sortì alcun effetto. Mel lo guardò starsene impassibile ad osservare lo schermo,senza alcuna espressione sul volto e gli si buttò addosso tentando di afferrare il sacchetto di gelatine. Michael scivolò prontamente all’indietro tirandolo in alto con una mano mentre l’altra la tratteneva per la vita. Scoppiò a ridere.

    -Non te le meriti! Non ne avrai nemmeno una,strega!-
    -Ohhh stai zitto musone,sei tu che non devi mangiarle per quanto sei cocciuto.-
    La ragazza tentò di scivolare verso l’alto in una lotta disperata ma Mike aveva già appoggiato il sacchetto sopra al mobile e adesso la tratteneva con entrambe le mani. Era forte nonostante non fosse di corporatura massiccia;lei poteva sentire i muscoli tesi sotto la maglietta rossa che indossava e le sue risate di scherno quando si rese conto che non ce la faceva a liberarsi.

    -Tu,lasciami subito oppure…-
    Gli puntò il dito contro il naso e poi scese con tutte e due le mani verso i fianchi di Mike cominciando a fargli il solletico,lui scoppiò a ridere contorcendosi come un matto.

    -No,no! Il solletico no!-
    Gridò rimanendo senza fiato. Anche a toni alti la sua voce era sempre di una morbidezza incredibile,lei la adorava,soprattutto quando esplodeva spontanea come in quel momento. Gli trattenne un polso con la mano e poi afferrò il pacchetto.

    -Mie! Ho vinto.-
    In posa da conquistatrice,a cavalcioni sopra al suo petto la ragazza si mise in bocca ben due caramelle al gusto di lampone e poi ne ficcò una tra le labbra di Michael con un dito.

    -Tieni,questo è il contentino per i perdenti…-
    Gongolò provocatoria. Michael ancora rideva ma si morse il labbro inferiore e con una mossa repentina la rovesciò con la schiena contro il divano bloccandola con il suo peso di nuovo.Inutile tentare di liberarsi,ancora una volta era troppo forte e poi le risate che non riusciva proprio a trattenere la rendevano fiacca.

    -Chi è perdente?-
    L’odore di lampone e limone si mescolava tra le loro bocche,Melanie tirò fuori la lingua e lo minacciò con una gelatina mezza succhiata. Era proprio una bambina quando ci si metteva e Michael apprezzava enormemente,si sentiva compreso. Quando le risate si esaurirono lei alzò un braccio mettendogli apposto una ciocca di ricci ribelli che gli stava davanti agli occhi.Vi intecciò le dita indugiando distrattamente tra quei capelli nerissimi.

    -Dici che dovrei essere più esplicito con Tatiana?-
    Gli occhi azzurri di lei si posarono nei suoi,sorpresa che avesse ripreso il discorso di sua volontà,annuì.

    -Dico di sì,chiamala,invitala qui,dille che ti piace…-
    -Mel io oltre a non saper cucinare non ci so fare con le ragazze,lo sai.-
    Melanie si morse il labbro per non ridere e cercò di guardare più seriamente possibile Michael.

    -Non c'è molto da saper fare a dire il vero...però ho capito cosa intendi.-
    Lo rassicurò,o almeno cercò di farlo. Non era molto brava nel ruolo di "dispensatrice di buoni consigli" quando si trattava di Michael. Era come camminare in un campo minato,bastava una parola sbagliata e si rabbuiava,per cui doveva stare estremamente attenta a non travalicare il limite di ciò che lui considerava argomento tabù.

    -Michael devi pensare che non c'è niente di sbagliato in te,anzi. Sei un bel ragazzo e fidati,piaci alle donne molto più di quanto tu creda. Ho anche visto come ti guarda Tatiana,si tratta di sfondare una porta aperta e le situazioni per dichiararti qui al ranch non mancherebbero...-
    Dichiarazioni,amore romantico...cose che a lei non passavano nemmeno nell'anticamera del cervello. Per quanto la riguardava l'amore era qualcosa bruciante che ardeva trasportandola del tutto, era pura emozione tra due persone espressa in 100 modi diversi e pochi di questi 100,pochi comprendevano qualcosa che potesse accostarsi lontanamente al termine "romanticismo".
    Sapeva che Michael era forse l'ultimo gentiluomo rimasto sulla terra,che rispettava le ragazze (la cosa del rispetto non l'aveva mai capita,non ci trovava niente di irrispettoso nel voler andare a letto con qualcuno!)e che mai e poi mai avrebbe approfittato di una ragazza solo per il proprio piacere. Le sue convinzioni religiose unite alla timidezza e alla naturale ritrosia nei confronti del sesso avevano fatto di lui uno splendido trentenne ancora... Vergine,illibato.

    -Hai ragione ma...dio,è così difficile per me. Non saprei davvero da dove cominciare. Ti ho parlato delle storie che ho avuto in precedenza.-
    Gliene aveva parlato sì,e Melanie le aveva bollate come "bambinate" guadagnandosi due giorni di completo silenzio ed un muso lungo fino alle scarpe. Quelli di Michael erano stati amori romantici per l'appunto,Brooke e Tatum avevano rappresentato molto per lui,ma all'atto pratico era stato fatto molto poco.

    -Michael rilassati,non devi partire per la guerra,ma solo farti avanti con una ragazza.-
    Ridacchiò vedendolo nel panico.
    -Mi piacerebbe prepararti un copione per il giorno che la inviterai qui,ma non credo che ci sia il modo sai...-
    Lo guardò ancora sorridendo,per lei era tutto un gioco perchè proprio non capiva come si potesse essere tanto in panico in una situazione così semplice. Avrebbe dovuto essere eccitato,elettrizzato,ma non impaurito.
    Melanie il suo primo ragazzo lo aveva avuto a 16 anni e a quello ne erano seguiti diversi altri che però non avevano portato a nessuna relazione veramente duratura, adesso infatti, a 24 anni suonati da poco si trovava di nuovo single.
    Michael posò i suoi occhi scuri sul volto della ragazza lasciandoli vagare distrattamente,si fidava ciecamente di Mel e davvero l'avrebbe voluta come aiuto quando Tatiana fosse stata lì con lui. E forse...forse era l'unica che davvero gli poteva dare una mano. Le accarezzò una ciocca di capelli ancora umidi mentre lei lo guardava sempre più curiosa,sicura che stesse macchinando qualcosa,ma mai e poi mai avrebbe potuto immaginare cosa.

    -Insegnami.-
    La voce di Michael proruppe dalle labbra delicata come sempre,ma decisa e allo stesso tempo le sopracciglia di Mel si alzarono,incredule.
    -Cosa?-
    -Come...come comportarmi...come fare con Tatiana.-

    Uno a zero per Mike,quella strana richiesta non se la sarebbe mai e poi mai aspettata.

    -Stai scherzando...-
    -No.-
     
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  2. ___Haruki
     
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    Bella.=D
    xD Mike è super-impacciato xD
    Vabbè vogliamo un'altro capitolo =D
     
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    Mike impacciatissimo XD come me lo immagino io da giovane appena lo finisco posto il secondo episodio :D
     
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    Chapter two.


    Non scherzava. Stava dicendo sul serio e Melanie lo capì anche dal cipiglio serio che il volto di Michael aveva preso quando lei aveva provato a ridere. Niente da fare,non si trattava di uno dei tanti scherzi che a lui piaceva fare.

    -E cosa vuoi che ti insegni?-
    -Non lo so! Sei tu l’esperta in materia. Io ti prometto che inviterò Tatiana qui una di queste sere,ma solo quando mi sentirò sicuro abbastanza per farlo.-

    Mel ci pensò su.
    Oh cielo che roba,la seduzione non era una materia che si poteva insegnare a tavolino e il peggio era che sapeva benissimo le intenzioni di Michael. Nove su dieci aveva in programma un corteggiamento romantico,cosa che a lei non andava affatto a genio o meglio…non era in grado di inscenare.
    No,se doveva proprio fare la maestra si sarebbe dovuti scendere ad un compromesso. Avrebbe rispettato i suoi principi di gentiluomo sì,ma solo a patto che anche lui avesse fatto qualche concessione ad una nota più “trasgressiva” della faccenda. Michael storse un pò la bocca ma accettò, si alzò dal divano porgendole la mano.

    -Allora affare fatto?-
    -Affare fatto. Quando cominciamo?-
    -Subito direi,non sono nemmeno le dieci.-
    -Umh,ok,basta che anche questa sera non mi addormenti qui,o domani saranno guai seri.-
    Michael fece un cenno di assenso e guardò fuori dalla finestra. Una falce di luna piuttosto ingrossata rischiarava il grande orologio sotto la villa ed il parco circostante,la notte era senza stelle e l’aria fresca di giugno spirava attraverso le finestre invitandoli ad uscire.

    -Credo che il parco sarà l’ideale per l’incontro.-
    Melanie si alzò affiancando Michael e convenendo anche lei che sì,quello era il posto ideale per cominciare “l’addestramento.” Ben presto scesero entrambi di sotto.

    -Allora,sarò schietta come al solito Mike. Comincio subito col dirti che alle donne piace essere al centro dell’attenzione,in questo caso,la tua. La prima cosa che devi metterti in testa è che dovrai trattare Tatiana come il fulcro del tuo mondo per tutto il tempo che starai con lei. Parlale guardandola negli occhi,sorridi alle sue battute e falla sentire importante.-
    -Una parola…-
    Borbottò Michael che già si sentiva inadeguato a quelle quattro cose. Mel gli lanciò un’occhiataccia e lui si zittì subito.

    -Facciamo finta che io sia lei. Che sia appena arrivata al Ranch. Non sono mai stata qui,non ho mai visto questa meraviglia e vedo te che mi vieni incontro…sei pronto?-
    Tanto valeva provare in quel modo,fingendo,recitando. A Michael era sempre piaciuto il cinema e giusto qualche mese prima si era cimentato in Moonwalker,la sua terza fatica davanti alla cinepresa dopo The Wiz e Captain EO. Nel campo artistico era ineccepibile e allora perché non aiutarsi con quello? In fondo si trattava giusto di utilizzare la finzione per ungere gli ingranaggi e poi la cosa sarebbe andata da sola,no?

    -Ok,quindi…. Ciao Tatiana,come va?-
    Michael si parò davanti a Mel con le mani allacciate dietro la schiena ed un sorriso incerto sulle labbra,proprio non andava.

    -No! Non così! Stai parlando con la ragazza che ti piace,le vai incontro e l’abbracci per lo meno,le dai un bacio sulla guancia. Non è mica una tua amica!-
    -Ehi! Io ti abbraccio e ti bacio.-
    Esclamò piccato,sentendo chiamata in causa la propria educazione.

    -Appunto! Ed io sono tua amica…moltiplica per 10 e capirai come devi comportarti con lei.-
    Riprovarono la scena da capo ed andò un po’ meglio. Questa volta Michael si cimentò in un abbraccio caloroso e prolungato e uno slpendido sorriso che voleva dire:”felice di averti qui…” Melanie sembrò soddisfatta per il momento e continuarono la passeggiata alla volta dell’immenso parco di Neverland.
    I sentieri erano illuminati da un pavè di luci e dagli altoparlanti ben nascosti dalle rocce si alzava splendida musica da orchestra. Quel ranch era l’ultimo regalo che Michael si era fatto,affrancandosi definitivamente dai genitori che erano rimasti ad Encino.
    Parlarono di come intavolare una conversazione interessante e su questo Michael non ebbe problemi,aveva un mondo di argomenti di cui poter discutere che potevano interessare anche Tatiana,Mel gli vietò soltanto il reparto giocattoli e divertimenti da bambini,sollevando una protesta piuttosto concitata.

    -Perché no! Con te ne parlo sempre sia di giostre che di giochi che….-
    -Perché io ho il cervello di una 12 enne Michael…- le rispose ridacchiando.
    -Ma non tutte le ragazze sono così,anzi…evita questa parte e concentrati su argomenti da adulti.-
    Costeggiarono la piscina con gli scivoli e quella che simulava una specie di laguna, con tanto di piccoli scogli semi sommersi e piante rampicanti che scendevano quasi fino in acqua. La ragazza continuò a svelargli il misterioso e a tratti sconcertante (per michael!) mondo femminile, ponendogli domande sugli eventuali comportamenti da tenere in caso di questo o quell’avvenimento.

    -Bravo,sei un alunno diligente…-
    Gli disse fermandosi sotto una grossa qurcia,davanti alla quale tre statue in bronzo di bambini indicavano un punto indeinito all’orizzonte. Si sedette sull’erba e Michael fece lo stesso,un po’ titubante perché sentiva il momento cruciale avvicinarsi.

    -Ora Mike,la passeggiata con Tatiana è andata alla grande,vi siete divertiti,rilassati,avete definitivamente rotto il ghiaccio…cosa penseresti di fare ora?-
    “Salutarla con un bacio sulla guancia e darle la buona notte” sarebbe stata la risposta spontanea,ma Michael sapeva che era anche quella sbagliata,così ci pensò su e trovando improvvisamente interessante un filo d’erba a terra tentò l’opzione difficile.

    -Le dico che mi piace…-
    -E?-
    -E cosa? Le dico che mi piace e basta.-
    -Michael! Siamo stati nel 1800 fino a adesso,vediamo di svecchiarlo un po’ questo corteggiamento ok?-
    Le clausole inserite da Mel facevano parte del patto ed a Michael toccò annuire ,pur fissandola con occhi contrariati.

    -Allora,le dici che ti piace e…la baci.-
    Silenzio. Si gettò all’indietro sull’erba fissando le fronde dell’albero cariche di foglie nuove,mosse dal vento. Mel lo guardò,aspettò una decina di secondi poi,quando comprese che non aveva intenzione di replicare si affiancò a lui reggendosi su un gomito e riprese il discorso.

    -Un bacio,che sarà mai Mike,lei ti piace,vorresti baciarla no?-
    -Si certo. Mi piace molto…-
    -Appunto. E non sarà mica il primo bacio…-
    -No! Fino a questo no,ho baciato altre ragazze lo sai…e poi le fans ci provano spesso a ficcarmi la lingua in bocca…a volte ci riescono…-
    Mormorò sconsolato,Mel nascose una risata in un improvviso singhiozzo.

    -Ok, quindi dai,proviamo la scena fino al bacio...lì caro mio ti toccherà improvvisare quando sarà il turno di Tatiana.-
    Ridacchiò alzandosi in piedi e porgendo una mano a Michael per aiutarlo a fare lo stesso.
    Si avvicinò al tronco dell’albero ed un immaginario ciack diede il via a tutto.

    -E’ proprio una bella serata questa…-
    Cominciò lei con aria sognante. Dio,nemmeno sotto tortura avrebbe fatto una scena così nella realtà,ma per il suo amico questo ed altro.

    -Già…soprattutto perché ci sei tu.-
    Lo disse a testa bassa,fissando il terreno ed arrossendo,ma in tono tranquillo,credibile;Melanie sorrise soddisfatta e sincera mentre gli si avvicinava per accarezzargli una guancia con il palmo. Lui poggiò la sua mano sopra e poi la accolse tra le sue.

    -Ascolta,sai perché ti ho invitato qui?-
    -Credo di sì…-
    Sì bè,a quel punto,se tutto fosse andato come avevano progettato sarebbe stato evidente. Mel sperò che Tatiana fosse una ragazza sveglia,ma da quello che aveva visto peareva un tipetto abbastanza pepato,per cui era fiduciosa.

    -Quello che voglio dirti…è che mi piaci,parecchio.-
    Michael si avvicinò e la guardò negli occhi. Bravo,bingo! Aveva trovato il coraggio di farlo finalmente. Appena rischiarati dalla luce della luna le iridi scure apparivano più dolci che mai e Mel sentì il suo cuore sciogliersi per davvero,doveva ammettere che era convincente...
    Si limitò a sorridere,improvvisamente senza parole, ma lui proseguì.

    -E se ci ho messo tanti mesi a dirtelo bè…è perché volevo essere sicuro di ciò che provo per te.-
    Che gentleman,che cavaliere. Al giorno d’oggi nessun altro si sincerava dei propri sentimenti prima di saltarti addosso,per Melanie quella era una cosa del tutto nuova che la lasciava spiazzata,seppure sapesse che non era rivolta a lei.

    -Michael…-
    Sussurrò portando l’altra mano alla spalla di lui. La scena aveva il sapore di quella di Thriller e si chiese se da un momento all’altro lui gli avrebbe confessato di essere un lupo mannaro,ridacchiò tra sé e sé,ma Mike invece pareva concentratissimo,lui al pluriosannato video non ci stava pensando per niente.

    -Anche tu mi piaci molto…-
    Disse infine incrociando lo sguardo di lui.

    ...Eeee taglia! Stop! La pellicola si ferma qui,tutti bravi,via agli applausi.
    La parte era finita,Michael aveva capito cosa doveva fare con la sua fiamma,Melanie sarebbe stata premiata per il ruolo di sceneggiatrice e di controfigura…ma contrariamente al previsto il protagonista stava proseguendo.
    Liberò la mano di Melanie dalle sue e le sfiorò una guancia provocandole un’improvvisa accelerazione del battito.Le dita arrivarono ai capelli,tuffandosi tra le ciocche scomposte e ancora umide mentre la distanza tra di loro si riduceva lentamente. Gli occhi di Michael accarezzavano i lineamenti del suo viso e l’odore dei loro respiri si mescolava,Mel si sentiva pietrificata,impaurita ed allo stesso tempo attratta da qualcosa che le impediva di muoversi da quella posizione potenzialmente pericolosa.
    Perché non si era fermato prima? Perché stava continuando in quella parte?
    La mano si poggiò sul petto di lui dove il cuore stava impazzendo tanto quanto il suo,poteva sentirlo nitidamente,quasi volesse uscire fuori di lì. Si sentì accarezzare il mento e sollevare leggermente il capo,di nuovo gli occhi di Michael fissi nei suoi,dolci come sempre ma accesi di una nuova scintilla che mai aveva visto prima di allora.Provò a dire qualcosa,invano. Riuscì solo a stringere tra le dita la stoffa della camicia che lui indossava e deglutì pesantemente,chiedendosi dove fosse finita tutta la saliva in bocca,asciutta come non mai. Michael inclinò il viso e si avvicinò chiudendo gli occhi…

    “No no no!” Gridò dentro di lei.
    Lo spinse via con forza facendolo sussultare e cadere all’indietro per la sorpresa, Mel si scosse da quello stato di torpore agitato in cui l’aveva gettata la situazione e subito ebbe la prontezza di accucciarsi verso di lui per buttarla sullo scherzo. Non voleva che Michael se la prendesse per quella reazione.

    -Ed il vincitore dell’oscar come miglior attore protagonista va…a Michael Joseph Jackson per il film,”Come ti intorto la ragazza.”-

    Esclamò ridendo mentre lui ,che pareva caduto dalle nuvole,si rialzava alla svelta dall’erba.
    -Umh…quindi….sono andato bene?-
    -Parola mia,domani devi chiamare Tatiana e ripetere tutto con lei Michael…-
    Sì,ripetere tutto con la persona giusta,ecco quello che gli ci voleva. Si sentiva confuso in verità,la cosa era venuta così naturale che persino lui era stupito di sé stesso,cominciò a pensare che forse si era sottovalutato e che in fin dei conti non sarebbe stato poi un gran fiasco.
    Annuì e Melanie sorrise notando che stavolta sembrava realmente convinto della cosa,si alzò sulle punte per schioccargli un bacio in fronte.

    -Bravo Mike,la voglio ai tuoi piedi per domani sera!-
    Scherzò. Tornarono alla villa ridendo e facendo congetture sull’evento (che ormai era stato dato per certo) ma Mel sembrava stranamente impacciata e Michael faceva di tutto per non doverla guardare negli occhi mentre parlava. Ok,non era successo niente di grave ma la reazione di lei gli aveva fatto comunque capire che si era spinto troppo in là nella recita e ora,alla luce dei fatti,nemmeno lui comprendeva come fosse potuto accadere.
    Si salutarono davanti all’entrata della villa con un caloroso abbraccio,Mel salì sul pick up e abbassò il finestrino.
    -Allora,domani sei impegnato,ma dopodomani mi racconti tutto eh!-
    Ridacchiò gongolante.
    -Sei una pettegola.-
    -No,sono solo interessata alle faccende amorose del mio caro amico! Allora ci vediamo dopodomani verso le nove?-
    Michael fu d’accordo e la mano di Mel oscillò per aria a mò di saluto mentre imboccava i cancelli di Neverland,diretta verso il proprio appartamento.
    Non era poi così sicura che sarebbe riuscita a dormire,ma ci avrebbe provato.
     
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  5. Trilly Bubbles
     
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    MERAVIGLIOSAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!
    mamma mia quanto è dolce Mike, il mio cucciolo...
    sei davvero bravissima e non vedo l'ora di leggere il seguito!!!
    BRAVA BRAVA BRAVA
     
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    Grazie XD continuerò presto^^
     
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    Chapter 3~



    L’appuntamento era per subito dopo l’ora di cena.
    Melanie parcheggiò il pick up al solito posto e una massa scomposta di capelli rossi saltò giù portando tra mani una confezione di gelato alla vaniglia e pistacchio. Era elettrizzata perché a breve Michael le avrebbe raccontato della serata con Tatiana e la sua curiosità da scimmia avrebbe finalmente trovato pace. Aveva partorito mille congetture sul possibile svolgimento della cosa,alcune anche troppo azzardate,altre decisamente più plausibili ed aderenti alla prova che avevano fatto, ma moriva dalla voglia di sentire dalla viva voce del protagonista tutto il resoconto.
    Salì svelta le scale mentre la musica del pianoforte si propagava dal piano superiore fin sotto;era una melodia lenta,vagamente nostalgica e molto molto dolce. Questa volta in punta dei piedi per la paura di interromperlo, si avvicinò alla grande sala dove lo strumento stava assecondando l’estro del proprio maestro e si arrestò all’entrata appoggiandosi con la testa allo stipite della porta.
    Michael era seduto di spalle,aveva una camicia gialla indosso ed i capelli sciolti. Il movimento delle dita sui tasti era enfatizzato da quello del corpo come se quell'opera di creazione coinvolgesse ogni singola fibra del suo essere,come se fosse lui stesso parte della musica.
    Melanie lo aveva visto comporre più volte ed ognuna di queste era stata un'emozione immensa ma sempre diversa,che non poteva essere paragonata a niente perchè unica nel suo genere. Spiegarlo le sarebbe risultato impossibile e realmente,la parola magia era quella che più si avvicinava al concetto.
    La voce di Michael si affiancò agli accordi canticchiando qualcosa che ancora non aveva forma nelle parole e subito dopo sollevò le dita dai tasti ed afferrò carta e matita prendendo ad annotare chissà cosa.
    Melanie si avvicinò in silenzio.

    -Scusami se non ero di sotto ad aspettarti,sai che quando l'ispirazione arriva non so controllarla.-
    Disse lui alzando lo sguardo e sorridendole dolcemente.

    -Vale la pena di far le scale da sola per ascoltare il genio all'opera...-
    Le lunghe dita di Michael tornarono sulla tastiera lanciando in aria un accordo molto alto che vibrò per la sala a lungo,ripetuto.
    Melanie si avvicinò alla finestra e chiuse gli occhi. Il tramonto infuocato davanti a lei si ripresentò nella sua immaginazione dipinto dai tocchi delle note di Michael. Quella musica parlava di qualcosa,di qualcosa di intenso ed emozionante che però era tenuto a freno,dolorosamente. Una sorta di empatia per quella musica fece rabbrividire Melanie;ora-a pochi metri da Michael-ciò che le era sembrato solo un velo di malinconia si era trasformato in una punta di dolore e di rimpianto.
    Nell'acqua limpida e rassicurante delle note maestre si nascondeva qualcosa di potente e nascosto che pareva non voler venire a galla ,rimanendo latente,ma costantemente partecipe nella musica.
    Corrucciò la fronte infastidita, continuando a tenere gli occhi chiusi ,mentre il vermiglio del tramonto sfumava nel viola e nel rosso esangue degli ultimi raggi del sole.
    La musica si interruppe e Mel aprì gli occhi.
    Davanti a lei il tramonto ormai quasi al termine e l'immagine di Michael riflessa nel vetro,fermo dietro di lei.

    -Per il momento basta così...-
    -Sono proprio molesta,ti ho fatto passare l'ispirazione.-
    Proruppe scherzosa ma a voce bassa.

    -Sei la molestia fatta persona...-
    La rincalzò dandole un buffetto sulla guancia e sorridendo.
    Michael si mise in tasca il pezzo di carta sul quale aveva appuntato la canzone e si voltò diretto verso la cucina.

    -Scusa ma non ho cenato e adesso ho un pò fame.-

    -Ho portato il gelato! Vaniglia per te e pistacchio per me.-
    -Vada per il gelato allora.-
    Disse lui senza girarsi nemmeno e continuando a camminare verso la porta gialla della cucina.
    In quel momento Mel fu certa che ci fosse qualcosa che non andava.
    Il pupazzo a grandezza naturale di una cuoca molto grassa accolse l'entrata dei due. Michael ci aveva attaccato un post-it sul petto con scritto "Melanie tra 10 anni" e lo indicava tutte le volte che lei metteva piede lì dentro, ma quella volta non lo fece,limitandosi a sedersi sul primo sgabello a disposizione.
    Afferrò due cucchiai e gliene passò uno aprendo la scatola di gelato con l'altra mano.
    Mel fu la prima a rompere il silenzio.

    -Allora...tutto bene ieri?-
    Certo,che qualcosa fosse andato storto con Tatiana era stata la prima cosa che le era venuta in mente per giustificare il malumore (o la stranezza) di Michael.
    -Umh...sì,direi bene.-
    -Diresti bene? Quindi tutto apposto con lei?-
    -Direi di sì...-
    -Condizionali su condizionali...direi che è preoccupante.-
    Lo apostrofò lei per convincerlo a parlare.
    -Pensi che abbia fatto tanto schifo? Non credi per niente nelle mie capacità...-
    Il permaloso Michael Joseph Jackson non si dava mai la pena di nascondere questo suo lampante difetto e Mel ne aveva avuto l'ennesima dimostrazione. Aveva appena fatto in tempo ad accennare la cosa che subito si era sentito colpito nel vivo ed aveva reagito male.
    Il cucchiaino affondò nel pistacchio fino a colmarsi e poi volò verso le labbra di lei,quello di Mike rimestava nella vaniglia senza troppa convinzione.

    -Non ho detto questo,ma la faccia e la poca parlantina di stasera non mi fanno pensare in bene.-
    -Non ho niente di particolare...sono solo...stanco.-
    -Quindi con Tatiana è andata bene?-
    -Sì,abbiamo passeggiato...chiacchierato...passeggiato ancora e...chiacchierato.-
    Oh cielo! Lo diceva con la stessa enfasi con cui avrebbe parlato del tempo o di una faccenda noiosa da sbrigare,decisamente qualcosa non andava.
    Guardò per un attimo gli occhi di Mel che indagavano curiosi sul suo viso e poi riabbassò lo sguardo ficcandosi in bocca un cucchiaio di gelato.

    -Tutto qui insomma...-
    Già,tutto qui. Eppure la "prova generale" era andata bene e lui era sembrato più convinto che mai solo due giorni prima ,mentre adesso era abbattuto e con la luna storta.
    Melanie sospirò allungandosi verso di lui e sollevandogli il viso con entrambe le mani per costringerlo a guardarla.

    -Senti. Io ti conosco come le mie tasche e puoi prendere in giro chi vuoi,ma non me. Quindi Michael,poche storie e sputa il rospo.-
    Il carattere spigoloso di Melanie a volte era anche troppo "appuntito",soprattutto per Michael che gradiva la sua schiettezza ed i pochi giri di parole ,ma non quando si trattava di questioni delicate come quella.
    Ebbe la voglia di scappare da qualche altra parte dove lei non gli avrebbe fatto domande moleste ma si trattenne cercando di mostrare maturità.

    -Non ho niente,davvero.-
    Rispose secco guardandola negli occhi.

    Bene,anzi male,sembrava non esserci verso di fargli vuotare il sacco al momento e Mel era abbastanza intelligente da capire quando fermarsi ed adottare un piano B.
    Sì,perchè c'era un piano B.
    La parte infantile di Michael lo portava da un lato ad assumere atteggiamenti potenzialmente irritanti per una come Melanie,dall'altro la stimolava ad aguzzare l'ingegno per ottenere ciò che voleva.
    La sua testardaggine non aveva limiti e quella volta non sarebbe stata l'eccezione alla regola.

    -Capito. Allora se dici che è tutto apposto mi fido.-
    Disse spiccia prendendo un'altra cucchiaiata e fregando anche della vaniglia a Michael.
    Rimasero in silenzio per un pò. Mel raggiunse il frigo e ne tirò fuori un cartone di succo d'arancia,se ne versò un pò in un bicchiere e si sedette di nuovo davanti a Michael che continuava a rimescolare il gelato svogliatamente.

    -Allora,visto che il gelato ti fa schifo...
    Che ne dici di fare qualcos'altro? Potremmo vedere un film,giocare a qualcosa oppure...andare a fare un giro in città.-

    Lui la guardò come se avesse appena pronunciato una fenomenale formula magica. Michael non poteva permettersi di uscire da solo senza essere assalito da centinaia di fans ululanti e pericolose. La gente non poteva rendersi conto di come ci si sentisse dall'altra parte della barricata,come fosse difficile "essere il vip". Vivere dentro una gabbia dorata dove ogni tentativo di spiegare le ali era frustrato da centinaia di motivi di sicurezza,ordine pubblico e cose del genere.
    Michael avrebbe dato milioni di dollari per potersi permettere una passeggiata in mezzo alla gente normale senza essere rincorso da grida e flash di fotografi.Poche volte prima di allora aveva messo piede a LA senza scorta e comunque in ognuna si era sentito come un orso allo zoo,con centinaia di paia di occhi addosso,seguito,spiato in ogni movimento.
    Per quello si era costruito Neverland. La sua pace,la sua infanzia mai avuta,la fantasia concretizzata in piscine giardini,giochi.
    Un proprio regno di tranquillità che adesso stava attrezzando per poterlo condividere con i bambini più bisognosi,malati o senza famiglia. Per potergli offrire qualche giorno di serenità nella loro tristezza.
    Neverland non lo avrebbe mai tradito garantendogli la sicurezza di cui aveva bisogno,ma lui lo sapeva,non era comunque libertà.

    -Parli sul serio?-
    -Ti sembra che abbia la faccia di una che scherza?-
    No,decisamente no,Melanie era più seria che mai,l'avventura poteva cominciare.




    ***





    -Allora,non ti togliere gli occhiali e attento a non farti cadere la pancia finta ok?-
    -Siiii,ti ho detto di sì.-
    -Bene,allora operazione supermarket in arrivo!-
    Michael ridacchiava letteralmente sotto i baffi. Grossi cespugliosi baffi neri che si univano ad una barba ispida e molto credibile.
    Melanie gli aveva fatto indossare una camicia a quadri ed un paio di jeans larghi sotto i quali aveva posizionato una finta pancia da incallito bevitore di birra fatta di una matassa di vestiti.
    Rischiavano grosso e lei lo sapeva mentre lui era troppo elettrizzato dalla cosa per fare spazio alla paura. Gli occhiali da sole a goccia davano il tocco finale da yankee ed i capelli nascosti da una bandana sotto il cappello da baseball erano la chicca che lo rendevano pressochè irriconoscibile.
    Fino al ritorno a casa il suo nome sarebbe stato Clide e tanto per fare pendant Mel si era ribattezzata Bonnie.

    -Non parlare ad alta voce se non è necessario,la tua si riconoscerebbe ovunque...e poi non si abbina al tuo look da boscaiolo del Montana.-
    -Ricevuto capo...-
    Rispose Michael con un umore del tutto diverso da quello di appena 20 minuti prima.
    Scesero dal Pick Up nel parcheggio del supermarket. Grazie al cielo l'orario continuato gli permetteva di camminare con il favore del buio e di non dare troppo nell'occhio.
    Melanie entrò per prima dando uno sguardo in giro.
    Ad occhio e croce c'erano 10 o 15 persone dentro al negozio e per il momento non li avevano degnati di attenzione. Michael/Clide la seguì con occhi sognanti dirigendosi immediatamente verso lo scaffale dei dolci mentre Mel afferrò immediatamente una bottiglia di vino rosso ed una di spumante dolce.

    -Bisognerà festeggiare l'uscita,comunque vada...-
    Si giustificò ridacchiando.
    La spesa durò una mezz'oretta tra risate soffocate per non dare nell'occhio e diverbi sul tipo di schifezze da comprare.Alla fine entrambi arrivarono alla cassa, Michael con una quantità spropositata di patatine e pop corn tra le braccia e Melanie con cookies e caramelle a volontà.

    -Sono 15 dollari e 70 cent.-
    Disse il cassiere che ruminava la gomma peggio di Louie,il lama di Michael.

    -Pago io!-
    esclamò lui eccitato di poter fare una cosa così straordinariamente normale come pagare alla cassa di un supermarket.
    Il ragazzo lo scrutò assottigliando lo sguardo e Mel lo notò,le si gelò il sangue.
    Mike,ignaro di tutto prese i soldi dalla tasca e si grattò i baffi che gli prudevano facendo staccare un pò la colla che li teneva.

    -Hai 70 cent Bonnie?-
    Chiese anche questa volta con un tono più che riconoscibile.
    Da lì ci volle poco per l'inizio della fine.

    -Ommioddioèmichaeljackson!-
    Fu l'urlo disumano del ragazzo che si alzò di scatto dalla sedia e lo indicò proprio come se fosse un fenomeno da baraccone.
    Michael lo guardò rimanendo senza parole e poi rivolse un'occhiata terrorizzata a Melanie mentre già altre quattro o cinque teste si erano girate verso di loro, all'unisono.
    La ragazza afferrò la spesa e la mano di Michael che fece solo in tempo a lasciare venti dollari sul banco prima di vedersi trascinare fuori inseguito da tre ragazze urlanti ed il cassiere che quasi si strappava i capelli per l'emozione.

    -Scappa!Ti avevo detto di stare zitto!-
    -Scusa non ho fatto apposta...-
    Rispose ancora eccitatissimo mentre l'adrenalina lo spingeva a correre sempre più velocemente.
    Saltarono sul pick up insieme e subito Mel mise in moto.

    -Veloce veloce,quasi ci sono!-
    Le strillò Michael. Il motore ruggì nella notte,seguì una sgasata e con una curva più che allegra Mel imboccò la strada principale inseguita ancora dalle fans mentre Michael si toglieva il cappellino da Baseball e glielo lanciava generosamente.

    -Ahahahahaha!Wooooo! E adesso dove andiamo?-
    Mike era su di giri,Mel terrorizzata da ciò che avevano appena rischiato.
    Quanto tempo ci sarebbe voluto per far radunare un centinaio di persone una volta che avessero saputo della presenza di Michael? Poco,molto poco...

    -Al posto sicuro più vicino,casa mia.-
    Disse serrando le mani sul volante e spingendo a tavoletta sull'acceleratore. Dieci minuti scarsi ed arrivarono all'appartamento. Salirono dalle scale antincendio di corsa chiudendosi alle spalle la porta. La ragazza tirò finalmente un sospiro di sollievo.

    -Dio,c'è mancato poco....-
    -E' stato uno spasso!-
    -Si certo,uno spasso da infarto.-
    -Mi sono divertito da morire...-
    Si avvicinò a Melanie e la abbracciò schioccandole un bacio sulla guancia ancora con i baffi mezzi scollati e la barba,ci pensò lei a togliergli del tutto tra le risate.

    -Sei terribile con questa roba Clide...-
    -Tu invece sei la migliore amica che mi potesse capitare.-
    Si morse il labbro inferiore e scoppiò a ridere abbandonando tutta la tensione accumulata fino a quel momento,era così espansivo con lei che non poteva fare a meno di farsi trasportare da quell'affetto dirompente.

    -E adesso,brindisi!-
    -Ma lo sai che sono quasi astemio.-
    -Appunto ho preso il vino dolce,questo piace anche i bambini di quattro anni. Michael,me lo devi!-
    -Ok ok,hai ragione, brindisi sia...-
    Missione compiuta,il piano di Mel aveva funzionato e adesso sarebbe stata in grado di farlo parlare finalmente...e di farsi raccontare com'era andata con Tatiana. Era costata fatica la cosa,ma ne sarebbe valsa la pena,ne era sicura.
    Seduti sul divano del piccolo salotto di Mel fecero tintinnare i bicchieri e il frizzante liquido ambrato scivolò in gola in men che non si dica.Terminata l'ultima goccia Michael si abbandonò con la testa all'indietro sul divano e Mel poggiò la propria sulla sua spalla.

    -E pensare che la davo per spacciata questa giornata...ero di pessimo umore.-
    -Ma va? non l'avrei mai detto!-
    Grandioso,aveva cominciato a parlare di sua spontanea volontà senza nemmeno il bisogno che Melanie ci mettesse del suo.

    -E' da ieri che sto così...con Tatiana sai...-
    -Sì? E' andata male Mike?-
    -No,è andata più che bene.-
    Quella fu una grossa sorpresa,davvero. Avrebbe giurato che le stesse per confessare un fiasco,invece si trattava di tutt'altro.

    -Siamo stati nel parco e abbiamo parlato tanto. E' molto dolce,comprensiva,disponibile e credo che ci tenga veramente a me. Le ho preso la mano e l'ho sentita emozionarsi ancora di più,da quel momento è stata lei a trascinare la conversazione...e a prendere l'iniziativa....alla fine mi ha baciato.-
    -Bè ma,è stupendo!-
    -Credo di sì...-
    -Perchè credi?-
    La stava confondendo. Non riusciva a capire cosa ci fosse che non andava in Michael a quel punto. A sentirlo parlare pareva tutto perfetto ma il tono e la voce con cui discorreva dicevano altro.Melanie alzò il viso verso il suo ,nel buio ,e lo vide fissare il soffitto concentrato in qualche pensiero che solo lui conosceva.

    -Perchè Mel,non è lei ciò che voglio.-
    Cadde il silenzio.Se fossero stati all'interno di un fumetto a quel punto decine di punti interrogativi sarebbero spuntati dalla testa di Melanie,il mistero si infittiva.

    -Vedi,per quanto possa essere bella dolce e disponibile mi ha dimostrato sempre e solo una cosa,la stessa che mi hanno dimostrato le ragazze prima di lei...
    Cercano tutte di compiacermi,di starmi vicino e di comprendermi,ma non sanno che non è questo quello che cerco.
    Non ho bisogno di sentirmi rispondere sempre di sì,di sentirmi dire che capiscono la mia solitudine e desiderano starmi a fianco.
    Mel,io non voglio qualcuno che mi stia a fianco nella mia solitudine,voglio qualcuno che me ne tiri fuori.-

    Ecco il centro di tutto,il nocciolo della questione. Michael non si accontentava di compagnia nel suo mondo,voleva di più,voleva essere aiutato e...salvato in qualche modo.

    -Capisco.-
    Sussurrò accarezzandogli la guancia ancora un pò appiccicosa di colla.

    -Capisci davvero?-
    -Certo,essere soli in due non significa essere liberi dalla solitudine.-
    -Esatto.-
    Michael non cercava una ragazza che si adattasse a pennello al suo mondo,voleva qualcuna che avesse forza sufficiente per portarlo nel proprio e farlo vivere davvero. Mel sentì una stretta al cuore e capì a quel punto il dolore nelle note che qualche ora prima Michael stava suonando al piano,lo capì del tutto e si sentì attanagliata da una tristezza infinita.

    -Mi dispiace...-
    Allacciò le braccia al suo petto stringendolo a sè,il battito regolare di Michael nell'orecchio ed il suo respiro tra i capelli. Lei non aveva mai desiderato davvero un rapporto così profondo con una persona ma sentiva di comprendere visceralmente i sentimenti dell'amico,come se fossero i propri.

    -So che è una frase retorica che non si adatta per niente a me ma...la troverai.-
    Non rispose,si limitò ad abbracciarla a sua volta e a darle un bacio leggero tra i capelli prima di cominciare a mormorare la triste canzone di prima.
    Le note vibravano in gola e Mel poteva quasi vederle prendere forma nella sua immaginazione,sollevò la testa portandola di lato a quella di Michael,assorta in quella melodia che temeva di ritrovarsi dentro una volta che lui se ne fosse andato. I polpastrelli scivolarono alla base della gola,nella calda fossetta tra le clavicole e poi risalirono sfiorando il pomo d'adamo e il mento,fino alle labbra. Le posò sulla sua bocca interrompendo quella musica appena accennata,Michael le baciò lentamente voltandosi verso di lei.

    -Non essere triste...non posso vederti così...-
    Sussurrò mentre senza accorgersene una lacrima le rigava il viso.
    Abbassò la mano e Michael portò la propria tra i suoi capelli cancellando con l'altra la goccia che brillava alla luce fioca dalla finestra. Si sentiva persa in un sogno,in uno strano,morbido ed accogliente stato di dormiveglia che non dipendeva da lei. Michael era vicino e profumava di menta e di zucchero,ricominciò a mormorare altre note esattamente da dove le aveva lasciate poco prima e Mel tentò ancora una volta di zittirlo premendo le dita contro le labbra,ma stavolta non funzionò.
    Le loro teste si avvicinarono ancora,ora le fronti erano l'una contro l'altra mentre il cuore di Mel sembrava essersi spostato direttamente in gola. Le dita che teneva premute contro la bocca di Michael parvero scottare all'improvviso e le tolse stringendole intorno alla sua mascella. Con un lento movimento del collo lui alzò la testa quel tanto che bastava per azzerare la distanza tra le loro labbra ed in quell'istante le note si spensero.
    Melanie fremette intensamente ma non ebbe assolutamente la forza di spostarsi di un solo centimetro. Lasciò che il contatto durasse per un istante infinito,persa nella sensazione del tutto nuova di quel bacio di una tenerezza estenuante. Tremando lasciò scivolare le dita alla camicia di Michael e la strinse come aveva fatto solo due giorni prima sotto la grande quercia a Neverland, questa volta non voleva allontanarlo ma semplicemente scuoterlo,provocare una qualsiasi altra reazione che non fosse il bacio che la stava facendo letteralmente morire. Si sentiva immobilizzata,incapace di muoversi,stretta in una ipnotica morsa che non avrebbe mai voluto lasciare anche se il suo cervello stava facendo a botte con il corpo spronandola ad andarsene immediatamente.
    Le prese la mano che stringeva convulsamente il lembo di stoffa e all'istante la fece rilassare nella propria.Michael dischiuse appena le labbra per farle aderire di nuovo a quelle di lei e stavolta con più intensità mentre un brivido gli correva per tutta la schiena.

    -Non sono triste quando sei con me...-
    Sussurrò soffiando le parole tra le labbra di Mel,staccandosi appena.
    Le accarezzò la guancia ancora una volta facendola ancora una volta appoggiare contro la spalla e si distesero entrambi sul divano. L'orecchio di lei sul petto di Michael,il battito del cuore perfettamente regolare che sembrava volerla cullare. Stordita,confusa e stanca si lasciò persuadere da quel suono rassicurante e da quelle braccia morbide a scivolare nel sonno.
    Forse era un sogno,doveva essere tutto soltanto un sogno...
     
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  8. AngyMJ
     
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    oh madonna :cry:
     
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    CITAZIONE (AngyMJ @ 15/9/2009, 19:39)
    oh madonna :cry:

    :D
    Sì a volte me lo dico anche io quando scrivo XD

    Visto che ce li ho già pronti gli altri capitoli aggiorno...;)



    Rating:Ancora Verde speranza ladies and gentleman



    Chapter 4~



    Ma sì,era stato tutto un sogno. Le labbra di Michael sulle sue,quel bacio di una tenerezza incredibile,il cuore impazzito...era tutto frutto della sua fantasia.
    Nella testa di Melanie tanti pezzettini del puzzle stavano cominciando a prendere forma ricostruendo la serata precedente mentre ancora era in dormiveglia.
    C'era stato il supermercato,l'inseguimento dei fans e la seguente fuga in macchina fino all'appartamento,il brindisi...tutto combaciava perfettamente.
    Poi c'erano i pezzetti che non volevano andare apposto. Ricordava ,anche lì, tutto in modo chiaro;le parole di Michael,gli sguardi,la canzone appena mormorata,il profumo di menta e zucchero...lo stesso che sentiva adesso,rannicchiata a bozzolo contro qualcosa di caldo che le fungeva da seconda sponda del divano.
    Mel allungò una mano e tastò quella presenza sconosciuta accanto a lei. Le dita finirono su una morbida ciocca di capelli e poi scesero:fronte,naso,bocca,collo.
    A quel punto aprì gli occhi e si trovò davanti Michael che la fissava,svegliato da quella mano che esplorava la sua faccia.

    -Tutto apposto?-
    Chiese incuriosito dal comportamento. Melanie si sentì gelare,la sua paura si era concretizzata in quel secondo. Non era stato un sogno,non era stato affatto un sogno.
    Deglutì pesantemente guardando l'espressione rilassata di Michael,per lui non pareva essere cambiato nulla rispetto alle altre decine di volte che si erano addormentati fianco a fianco mentre lei si sentiva frastronata più che mai. Diamine,si erano baciati ed era tranquillo come se nulla fosse accaduto?

    -Abbastanza,credo.-
    Guardò le labbra di Michael piegate in un sorriso divertito ed ebbe un brivido a ripensarle sulle sue. Il suo aplomb la faceva innervosire,i ruoli parevano rovesciati,era lei la seduttrice,lui quello impaurito dalle donne,era lei che conduceva i giochi con gli uomini e lui quello che era privo di malizia come un ragazzino di dodici anni,forse anche meno. Gli era bastato quel poco alcool per fargli partire tutti i freni inibitori? E soprattutto era bastato quel brindisi per far cadere i suoi?

    Baciare o farsi baciare da Michael era la prima cosa sulla lista delle cose da non fare assolutamente;primo perchè non aveva nessuna voglia di rovinare la loro amicizia,secondo perchè non sarebbero potuti stare insieme,mai e poi mai.
    Ce li vedreste ,mano nella mano, il diavolo e l'acqua santa?
    No,proprio no! E così era per loro,la cosa non si sarebbe potuta fare per cui meglio evitarla dal principio.

    -Allora buongiorno...-
    Disse lui avvicinandosi al suo viso. Melanie scattò seduta come se le avessero puntato una pistola alla schiena e solo dopo si rese conto che voleva solo baciarle la guancia;Michael si rabbuiò intuendo la ragione di quello scatto.

    -Preparo un caffè e ti riporto a casa ok? E' ancora presto e faccio in tempo ad andare a lavoro.-
    Le rispose con un mugugno di assenso alzandosi dal divano e strofinandosi gli occhi. Mel sgusciò velocemente in cucina e subito dopo in bagno, evitando con cura di trovarcisi faccia a faccia.
    Dopo essersi preparati e dopo aver fatto una colazione veloce montarono sul pick up (Michael nuovamente mascherato) e partirono silenziosamente alla volta di Neverland;nemmeno venti minuti dopo i cancelli dorati del ranch gli diedero il benvenuto.

    -Questa sera passi da me?-
    -Umh...credo di sì,non penso di aver da fare.-
    Rispose seria ma cercando di essere più rilassata possibile e di non dare altre delusioni all'amico che già aveva capito troppo del suo nervosismo.
    Melanie non sapeva se fosse meglio parlarne o lasciare che l'accaduto finisse nel dimenticatoio, ma prima che riuscisse a darsi una risposta erano già arrivati davanti alla villa e Michael era sceso salutandola solo con un cenno della mano.

    -Allora a stasera.-
    -A stasera...-
    Mormorò rimettendo in moto.


    Il lavoro era tranquillo quel giorno e in un certo senso non era un bene dato che in questa maniera Melanie aveva il tempo di pensare e rimuginare sopra all'accaduto della sera prima. Se si fosse trattato di qualsiasi altro ragazzo avrebbe preso tutto alla leggera e l'avrebbe buttata sul ridere o magari,nel caso le fosse piaciuto,ci avrebbe fatto un pensierino...ma non era un "qualsiasi ragazzo" quello,era Michael e non capiva come fossero arrivati a quello. L'altra cosa che non riusciva a comprendere era il significato di quel bacio. Era più forte di lei,più rivedeva la scena nella sua mente e più brancolava nel buio. Non c'era malizia o desiderio in quel contatto e questa era già una cosa nuova per lei,abituata a passioni travolgenti e ben poco romantiche; non c'era nemmeno dolore,tensione o frustrazione però,era stato tutto talmente perfetto e dolce che stentava a crederci. Le venne da pensare che si trattasse di un ringraziamento da parte di Michael per stargli vicino e farlo divertire,ma non aveva mai fatto così nonostante fosse un tipo espansivo e molto affettuoso. Cosa gli era preso ieri?
    Sbuffò scostandosi una ciocca di capelli caduta davanti agli occhi. Non venire a capo di qualcosa la rendeva nervosa come un animale in gabbia perchè non accettava il fatto di non saper dare un motivo valido a ciò che le accadeva. Nonostante la giovane età infatti, Mel si sentiva adulta e sicura di sè e riteneva che le esperienze che aveva già fatto nella vita le sarebbero bastate per affrontare tutto.

    -Ehi rossa,attenta con quel coltello o ti affetterai le dita,non voglio che i clienti trovino falangi dentro gli spaghetti.-
    Paul le si era affiancato ed aveva notato lo sguardo torvo e lo strano silenzio di quel giorno. Mel lo guardò e stirò forzatamente un sorriso.Il suo capo,quando non lo faceva arrabbiare con i ritardi,era un tipo disponibile e simpatico,molto alla mano e sulla sua stessa lunghezza d'onda. Il fatto che fosse un bel tipo poi non guastava.

    -Niente dita tranquillo...anche se chissà,magari potrebbero divenire un ingrediente segreto richiestissimo.-
    Il ragazzo fece una smorfia disgustata e rise insieme a Melanie che lo osservò giusto un attimo prima che un'idea più che avventata le balzasse in testa facendole credere di aver trovato finalmente una soluzione a tutto. Appoggiò il coltello con il quale stava sfilettando il pesce e si portò una mano al fianco girandosi verso di Paul con un sorriso indecifrabile sulla bocca.

    -Paul senti,che ne dici di andarci a prendere qualcosa dopo il lavoro?-
    Chiese in tono neutro.
    Sì,quella frase buttata lì era la sua personalissima idea di "soluzione perfetta" per le sue pippe mentali. L'ideale per mettere a tacere tutti i pensieri:impegnarsi con un qualcuno in modo da troncare ogni remota possibilità di sviluppi con Michael e con questa anche le elucubrazioni che ne derivavano.
    Era o non era un'idea geniale?Per Mel lo era.
    La guardò sollevando un angolo della bocca in un sorriso.
    Melanie era bella e lo sapeva,così come sapeva che pochi uomini l'avrebbero rifiutata nel caso in cui lei si fosse proposta,e Paul non faceva eccezione.
    Il suo metro e settanta di pelle candida,con tutte le forme al posto giusto,costituiva un richiamo convincente per ogni maschio con gli ormoni apposto e il viso con una naturale espressione di spiccata malizia era la ciliegina sulla torta che la rendeva una ragazza sempre molto corteggiata.

    -Sicuro...facciamo umh... stasera?-
    -Perchè no,stasera va bene.-
    Rispose lei pur sapendo che aveva già un impegno. Paul sembrò entusiasta dell'immediata disponibilità e la circondò di attenzioni fino alla fine del turno,prima della chiusura del locale. Ecco ciò che le ci voleva,una sana,divertente e poco impegnativa distrazione.


    ***



    -Paul,mentre chiudi faccio una telefonata ok?-
    Esclamò al ragazzo correndo dall'altra parte del marciapiede per raggiungere la cabina.
    Compose il numero con il cuore che le rimbombava nelle orecchie ed una sgradevole sensazione di subbuglio allo stomaco. Si sentiva una traditrice ma faticava ad ammetterlo e tentava in tutti i modi di reprimere il disgusto di sè adducendo mille giustificazioni al suo comportamento.
    Due squilli ed una voce vellutata rispose all'altro capo.

    -Michael?-
    -Mel-
    -Ascolta...questa sera non posso venire da te.-
    -Problemi a lavoro?-

    -No,esco con Paul.-
    Vuotò il sacco così,senza alcun riguardo davanti a Michael,protetta dalla distanza e dal fittizio riparo che il telefono consentiva di avere. Michael rimase muto dall'altro capo ma per lei quel silenzio era come se le stesse urlando a squarciagola nelle orecchie,sentì la stretta allo stomaco risalire e formarle un grosso groppo in gola.

    -Capisco,divertiti.-
    Fu la sua unica frase.
    Riattaccò senza nemmeno darle il tempo di replicare,lasciandola di sasso,nervosa,stizzita e delusa allo stesso tempo ma un secondo dopo Paul le fu alle spalle chiedendole di andare e se stesse bene.

    -Sì certo è tutto ok,andiamo.-
    Rispose chiudendosi alle spalle tutto quello che riguardava Michael ed voltandosi verso una serata che sapeva,sarebbe stata di suo gradimento.


    "Buongiorno all'assolata Los Angeles,in questa domenica afosa di giugno cominciamo a rasserenarci la giornata con una bella canzone. Si tratta di Living on a Prayer di Bon Jovi che sta per cominciare il tour..."
    Melanie spense la radio ed appoggiò il bicchiere di acqua ghiacciata nel lavandino.
    Erano passati due giorni da quando era uscita con Paul e il telefono di casa sua non aveva squillato nemmeno una volta.
    Domenica voleva dire ristorante chiuso così come era chiuso il suo stomaco da una stretta che non accennava a diminuire.Michael non si era fatto minimamente sentire e la cosa era grave,lo sapeva,da quando avevano cominciato a stringere la loro amicizia non passava giorno che non trascorressero un paio d'ore alla cornetta quando non potevano vedersi. Dalle due ore al nulla il passo era grosso,e grave.
    La verità era che temeva di perderlo- anzi-era quasi sicura che ormai lo aveva perso ma non trovava nemmeno il coraggio di chiederglielo direttamente. Nella sua testa c'era una gran confusione,scatoloni di pensieri sparsi in giro,nascosti sapientemente in angoli bui,archiviati e bollati come potenzialmente pericolosi. Lei stava proprio in mezzo a quel caos ed aveva paura a muovere un solo dito timorosa che quella precaria situazione le crollasse rovinosamente addosso.
    "Ok,adesso respira,concentrati e fai quello che devi fare. Non hai commesso nessun crimine ad uscire con Paul,Michael è un amico,non gli devi rendere conto degli uomini con cui vai."
    Pensò fissando distrattamente un punto della stanza e mordendosi il labbro inferiore.
    Cercava di autoconvincersi,di giustificarsi e di scacciare dalla testa l'assillante pensiero di aver fatto del male a Michael. Aveva aspettato fino al suo giorno libero per la resa dei conti e adesso che era arrivato avrebbe voluto aspettare un'altra settimana ancora.

    Con un enorme sforzo alzò la cornetta del telefono e compose il numero di Neverland.
    Il telefono squillò a vuoto quattro,cinque,sei infinite volte e poi qualcuno rispose,ma non era Michael bensì qualcuno del suo staff che le cominicò che al momento Mike riposava e non voleva essere disturbato.
    Certo,riposava alle undici e mezza di mattina quando Melanie era perfettamente a conoscenza del fatto che Michael era peggio di un gallo e di solito non si svegliava più in là delle 8.
    "Impossibile,è una scusa."
    Sbattè la cornetta rabbiosamente sul telefono e si precipitò sotto la doccia restandoci per 20 minuti buoni.
    Pianse di rabbia,la tensione era sfociata in questo;rabbia verso Michael ed il suo comportamento infantile;rabbia verso il suo silenzio e verso il fatto che non la voleva evidentemente più accanto a lui.
    Quasi le diede sollievo poter scaricare la colpa su di lui ora,dimentica del fatto che tutto il casino era venuto fuori per un suo stupido e ben poco sensato "piano geniale".
    Indossò un abito leggero nei toni del blu ed infilò un paio di sandali raccogliendo i capelli in una coda un pò arruffata prima di precipitarsi fuori di casa.
    Le doveva delle spiegazioni.

    Arrivò ai cancelli di Neverland e parlò come sempre con il portiere che stette un pò più del dovuto in comunicazione con l'interno della villa,come per chiedere il permesso di farla entrare.
    Una volta sotto le venne ad aprire una delle guardie del corpo di Michael spiegando che al momento era impegnato e non voleva essere disturbato.

    -Impegnato?! Impegnato in cosa si può sapere?!-
    Sbottò lei furiosa.
    L'uomo le lanciò un serioso sguardo di intesa,poche storie,se voleva rimanere lì dentro doveva starsene buona e non dare di matto.

    -Bene,allora aspetterò qui fuori fino a quando non sarà libero.-
    sentenziò alla fine.
    Ottimo,il re si era barricato nella sua fortezza,nel suo bel castello inespugnabile,dal quale poteva tenere fuori tutto e tutti senza batter ciglio. Melanie però era cocciuta come un mulo e prima di accettare quella sconfitta avrebbe lottato con le unghie e con i denti.
    Si sedette sul sedile posteriore del pick up con lo sguardo fisso nel vuoto. La prima ora venne e se ne andò velocemente,persa in pensieri poco carini sul suo amico divenuto improvvisamente il più stronzo dei suoi conoscenti,la seconda caldissima ora la lascio spossata e fiacca,con la testa riversa lateralmente in una posizione poco composta e lo stomaco che brontolava,la terza invece la ritrovò carica e combattiva come non mai,se possibile ancora più arrabbiata di prima.
    Quando erano più o meno le quattro il portone si aprì e la testa di Michael spuntò fuori con tanto di occhiali da sole e cappello.
    La ragazza balzò letteralmente giù dal pick up e si avvicinò a grandi passi verso di lui che la fece entrare in silenzio. Nessuno disse una parola ma presto arrivarono al piano di sopra,il cuore di Michael martellava in petto tanto quanto quello di Melanie,la porta del salone principale si chiuse alle loro spalle.

    -Credo che tu mi debba delle spiegazioni.-
    -Credo che tu mi debba delle scuse.-
    Dissero all'unisono,guardandosi in cagnesco.
    Melanie storse la bocca e corrucciò la fronte,Michael fece altrettanto e le voltò le spalle,scuotendo la testa.

    -Di cosa vuoi che mi scusi! Sono solo uscita con un ragazzo,devo chiederti il permesso adesso?-
    -Potevi dirgli di fare un altro giorno no? Dato che eri d'accordo con me per vederci.-
    -Bè,cosa vuoi che cambi alla fine? Sto con te tutti i giorni,non credevo cascasse il mondo se per una volta la cosa saltava e invece tu che fai? Sparisci!-
    -Non ti obbliga nessuno a stare con me Mel lo sai? Puoi benissimo dirmi che non hai voglia di venire qui e non ci sarebbe nessunissimo problema.-
    -Sì come no,sei peggio di un bambino viziato e questo lo dimostra,appena ti ho dato buca per una volta hai tirato su tutto questo casino.-
    Bambino viziato...stava passando il segno e lo sapeva,quasi lo faceva apposta per provocare una reazione esagerata in Michael,per non sentirsi l'unica sul punto di perdere il controllo.
    Si girò e le riservò uno sguardo di puro disprezzo che fu peggio di uno schiaffo,serrò le labbra e fremette di rabbia,Melanie non lo aveva mai visto così.

    -Mi deludi. Rovini la nostra amicizia andandotene a fare la stronza con il primo che capita ed hai anche il coraggio di venirmi a dire che è colpa mia.-
    Disse con rancore crescente.
    Rimase a bocca aperta,Michael non parlava in quella maniera,mai,e soprattutto non si era mai permesso di giudicarla per come si comportava con gli uomini. Ora invece lo aveva fatto e Mel si sentì ferita nel profondo ma anche messa di fronte alla realtà che voleva a tutti i costi tenere sepolta.
    Le lacrime le salirono agli occhi pur tentando in ogni modo di tenerle a freno,si morse il labbro inferiore dolorosamente e strinse i pugni così tanto da far diventare bianche le nocche.
    Era stata una stupida a farsi portare fuori da Paul solo per paura che Michael si facesse strane idee su di loro. Era stata una trovata pessima e degna di una gallina con poco cervello in testa,solo adesso se ne rendeva conto.
    La reazione di Michael era stata dura,ma coerente con la sua persona e in fondo lei se l'era aspettata fin dall'inizio...

    -Scusa...-
    Bisbigliò lasciando andare le lacrime e fissando gli occhi scuri di lui. Non le piaceva dire quella parola,nemmeno quando sapeva di essere in torto e di solito preferiva rigirarsi la storia a proprio favore,ma con Michael era diverso,a lui doveva onestà.
    Scoppiò in singhiozzi e immediatamente le braccia di lui la circondarono stringendola a sè. Non ce l'aveva fatta a restare arrabbiato nel momento in cui aveva visto quelle lacrime e anche se dentro di lui ancora si rodeva per la reazione di Mel una forza più grande lo spingeva a consolarla.
    Michael non disse una parola,limitandosi a stringerla,fermi al centro della sala rischiarata dalle grandi finestre che allungavano l'ombra degli alberi all'interno.

    -Scusa...-
    Ripetè ancora una volta aggrappandosi alle spalle e stringendolo disperatamente,come se temesse di vederselo scivolare via da un momento all'altro.
    Michael le mise una mano tra i capelli baciandole la fronte con dolcezza. Il profumo di Melanie gli invase i polmoni sciogliendo anche quell'ultimo nodo rimasto dentro di lui.

    -Shhhh...non fa niente.-
    Le sussurrò all'orecchio. La lacrime continuarono a scendere facendo scorrere fuori tutta la tensione di quei giorni passati lontani da lui. Le era mancato e tanto,ma ancora di più le era mancato il pensiero del forte legame che li univa,che per Mel rappresentava ormai un punto di riferimento,un appiglio,un porto sicuro.Mai più avrebbe voluto dover dubitare dell'affetto che Michael provava per lei.
    Si staccò diversi minuti dopo, asciugandosi le lacrime col dorso della mano e seguendolo verso il pianoforte laccato di nero che Michael richiuse con un gesto veloce.

    -Credo che sia il caso di parlare un pò.-
    Mel annuì mettendosi seduta sopra al coperchio dei tasti mentre Michael si sistemava sullo sgabello. Non gli lasciò la mano per un solo istante e quando lo ebbe sotto di lei gli accarezzò la guancia con gratitudine,Michael non poteva capire quale peso le aveva tolto dal cuore perdonandola.

    -Allora. Voglio che sia chiaro che non intendo interferire con...la tua vita setimentale. E scusami per quello che ti ho detto prima.-
    -Non..-
    -No,fammi finire.-
    Gli occhi di Mel si piantarono in quelli di Michael,presi tra la paura di sentirsi dire qualcosa che non avrebbe voluto e la speranza che si chiarissero presto e potessero riprendere tutto come prima.

    -Credo di sapere il perchè di questa bufera e non ti nascondo che quando mi hai detto che saresti uscita con Paul ci sono rimasto male. Ma è acqua passata e voglio che torni tutto apposto tra noi,per me sei importante e non voglio perderti.-
    Il discorso filava ma mancava di alcuni punti fondamentali. Melanie non aveva intenzione però di lasciarseli sfuggire dal momento che erano in tema,tanto valeva affrontarli subito.

    -Michael,perchè mi hai baciata?-
    Chiese facendogli abbassare improvvisamente gli occhi.

    -Non lo so il perchè,mi sentivo solo di farlo in quel momento...e l'ho fatto.-
    Risposta sincera.Si capiva ed anche se non era un vero e proprio perchè Mel si accontentò intuendo che non poteva pretendere altro,dato che realmente,nemmeno lui lo sapeva.

    -Va bene...volevo solo sapere se c'era qualche motivo particolare...ma se non c'è non fa nulla.-
    Gli baciò la fronte e scese dal pianoforte prendendogli la mano che lui strinse immediatamente.

    -E' tutto apposto adesso. E non voglio sottrarre altro tempo in scuse a noi due...abbiamo da recuperare due interi giorni Mike!-
    Lui sorrise a quelle parole e si alzò dallo sgabello imbottito e rivestito di pelle bianca. La ritrovata complicità ed il chiarimento gli illuminarono gli occhi come quelli di un bambino che aveva appena avuto la notizia del circo in città.
    -Che cos'hai in mente?-
    Chiese con voce di nuovo squillante.
    -Qualcosa che ti avevo promesso tempo fa...vieni.-
    Incredibile come fossero riusciti a ricucire lo strappo a tempo di record. Dentro di lei Mel si sentiva finalmente bene,in pace e tranquilla anche se non aveva avuto tutte le spiegazioni che avrebbe voluto. Ma cosa contava in fondo? La cosa importante ora era che Michael fosse di nuovo accanto a lei ed intrecciasse le dita con le sue seguendola fiducioso ed elettrizzato come un bambino,diretti verso la loro prossima piccola avventura.
     
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  10. Kalifornia_xX
     
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    woooooooow stupendaaa
    postapostaaaa
     
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  11. AngyMJ
     
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    wow sei proprio brava!! image
     
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  12. Cocoi
     
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    Che bella storia, per ora ho letto tutti i capitoli perché hanno il rating verde cerca di rimandare il più possibile quello vietato ai minori dei 18 anni mi piace troppo la storia :)
     
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  13. Michael JJackson
     
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    è bellissima ti prego continua
     
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  14. Michael JJackson
     
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    scusa ho sbagliato animoticon comunque davvero, continua è bellissima, vorrei come continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
     
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  15. MichelleJosephineJackson
     
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    CITAZIONE (Michael JJackson @ 20/6/2010, 12:39)


    scusa ho sbagliato animoticon comunque davvero, continua è bellissima, vorrei come continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

    Michael JJackson, prima di commentare le discussioni, è necessario che tu ti presenti in QUESTA SEZIONE. Ti crei una TUA discussione, ci parli un po' di te e poi puoi commentare dove vuoi, postare immagini e video nelle apposite sezioni. Ok? ^^ GRAZIE.
     
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14 replies since 8/9/2009, 16:51   980 views
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