MICHAEL - Il making of

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  1. Maxxie
     
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    Michael Jackson – Special Video Artist

    Michael Jackson se né andato proprio quando la sua visone per il nuovo album stava prendendo forma, mentre lavorava diligentemente su canzoni che espressamente avrebbe voluto condividere con i suoi fans. Ha lasciato die un’increndibile mappa per la creazione del progetto sottoforma di appunti e conversazioni dettagliate tenute con le persone con le quali stava lavorando nonché con quelle con le quali intendeva lavorare. Dopo la sua morte, fu presto chiaro sia all’Estate di Michael Jackson che alla Sony Music che vi era un obbligo non solo nei confronti dei fans di Michael ma verso Michael in persona di non lasciare quest’incredibile materiale chiuso in cantina a prendere polvere. Fu deciso che l’album che stava prendendo forma necessitava d’essere propriamente completato e pubblicato in un modo ponderato e dignitoso in grado di onorare il lascito di Michael.


    TR: Salve, sono Teddy Riley.

    A: Sono Akon

    EC: Il mio nome è Eddie Cascio

    LK: Sono Lenny Kravitz.

    NU: Nell’industria musicale sono noto come Neff-U

    50C: Il mio nome è Curtis Jackson ma sono conosciuto come 50 Cent. Sono stato un fan di MJ da sempre.

    TR: Quand’ho iniziato ad andare a scuola a 5 anni, tornavo a casa e guardavo il cartone dei Jacksons, dei Jackson 5.

    A: Il primo disco di MJ che ho comprato è stato “Thriller”. L’album “Thriller” era incredibile.

    EC: Ricordo quando da bambino guardando “Thriller” avevo paura del video

    LK: Sono fan di MJ da quando avevo 5 anni

    NU: Sono cresciuto in chiesa, suonavo in chiesa. Non conoscevo “Thriller”, “Off The Wall”, “Bad”…

    50C: Ricordo che avevo un poster di Billie Jean. Indossava la giacca di pelle nera con la camicia rosa sotto…

    LK: Ricordo quando ascoltavo tutti quei fantastici singoli come “The Love You Save”, “ABC” con il giradischi di mia nonna a Brooklyn. E’ stato allora che ho capito che volevo diventare un musicista.

    NU: Ricordo quando sono diventato più grande di essermi recato alla pista di pattinaggio e di aver sentito questo suono del tipo: “Aaow!” (imita la musica di “Don’t Stop ‘Til You Get Enough”) Non sapevo di chi si trattava, ma l’impatto che quella musica ha avuto su di me e quella canzone…So solo che dopo quell’episodio ho sempre cercato di capire chi era la persona che cantava. Ma è stato solo più tardi, al college, che ho scoperto che si trattava di un ragazzo di nome Michael Jackson.

    EC: Avevi la sensazione che fosse magico. E’ ciò che ho creduto crescendo, credevo fosse una persona magica… E lo era!

    A: Plasmiamo tutte le nostre carriere sulla sua. Ci ha dato la motivazione per diventare ciò che lui era. Cerchiamo di avanzare ed eccellere fino a quel livello.

    50C: Credo che nessuna carriera sia paragonabile a quella di Michael.

    TR: Così sono diventato suo fan!!

    EC: Avevo 3 anni quando ci siamo incontrati. E’ stato nel 1985 all’H. Palace Hotel di New York. Mio padre era il manager ed entrò nelle grazie di Michael. Crescendo, iniziammo a vederlo sempre più frequentemente ed è stato allora che realizzammo che si trattava di Michael Jackson, di una megastar.

    TR: Ho avuto modo d’incontrare Michael nel 1991. Iniziai a parlargli ed è stato come se già ci conoscessimo da molto tempo.

    50C: Non ho avuto l'opportunità di essere fisicamente in presenza di MJ, mentre il mio DJ ha avuto l'opportunità di incontrare Mike in quanto era interessato a lavorare con me, disse che voleva farmi ascoltare qualcosa, ovvero una canzone che aveva creato e che riteneva perfetta per una mia collaborazione. Me la fece ascoltare per telefono.

    A: Avevamo un amico in comune e un giorno mi chiamò dicendo: “Senti, MJ vuole parlarti. Vorrebbe collaborare con te per fare qualche album.” Risposi (incredulo): “Certo, come no, Peter.” E agganciai il telefono.

    NU: Ero agli American Studios quando ricevetti una telefonata. Presi la cornetta e sentii (imitando la voce di Michael): “Pronto, parlo con Neff-U?” Ed io: “Sì, signore. Chi è che parla?” “Sono Michael.” “Ooh!”

    A: Poi mi richiamarono. Questa volta c’era Michael all’altro capo del telefono. Mi disse: “Akon, o mio dio, sarà fantastico, dobbiamo donare al mondo, questo è per il mondo…” Io rimasi senza parole, ero completamente frastornato, non sapevo cosa dire. Michael continuava a parlare, a cantare alcune mie canzoni mentre io pensavo: “Wow! E’ pazzesco!” In quel momento, sentii di avercela fatta, nessuno avrebbe potuto dissuadermi, pensai: “OK, ce l’ho fatta! Sono a telefono con MJ!

    50C: Mi disse, "Voglio lavorare con te", ed io: "Anch'io! Sono un po' teso..." E, di solito, non mi agito perchè non m'importa di altri artisti, ma Mike è speciale, è qualcosa di diverso, non so come spiegarlo...

    LK: Trascorremmo molto tempo a parlare, a ridere, a mangiare, semplicemente ad essere amici. Mio figlio era lì, i suoi figli erano lì, insomma vi era una sorta di sensazione familiare…

    TR: Conosceva la mia musica sin dal mio primo album, amava il ritmo e l’unicità di quell’album. Mi disse “Teddy, fai qualcosa del genere” Risposi: “Sai, non posso fare lo stesso tipo di brano, ma posso fare qualcosa che sia ugualmente forte.”

    NU: Diceva: “Facciamo della musica che sia in grado di cambiare il mondo, creiamo della musica capace di far ballare la gente, di renderla felice. Non vedo l’ora di vederti presto, molto presto.” Ed io pensai, cercando di realizzare: “Ok, mi ha appena chiamato MJ!”

    TR: Il momento in cui fui più nervoso fu la prima volta in sala con lui, perché mentre ascoltavamo le registrazioni, arrivati alla quinta traccia lui fece “stop!”. Pensai che sarei stato licenziato seduta stante. Lui non manifestava alcun segno, sai del tipo “oh questa canzone sarà un successo!!!”, ma faceva solo così (lo imita). Così io chiesi “Mike allora??” (continua a fare il verso)… ok! Sto solo controllando!”

    EC: A 11/12 anni, suonavo già tutte le sue canzoni e lui rimase impressionato che le sapessi tutte. Poi mi disse “Ora che hai imparato tutto questo, prendi gli accordi che sai e inizia a scriverne di tue”. Così da quel momento iniziai, mi indirizzò sulla strada giusta, ad essere creativo.

    TR: Così vennero fuori le sesta e settima registrazione su cui ho lavorato per Dangerous

    NU: Mi fece venire a Miami e lavorammo allo studio di Barry Gibb. Eravamo lì, con Barry e Michael, che mi mostrava vari modi per fare un bridge: Barry diceva “si potrebbe fare così..” e Michael ribatteva “no, si potrebbe fare in questo modo…”. Vedevo due geni che stavano creando il bridge!! Michael poi mi disse che la melodia proviene dal passato, è qui dall’inizio dei tempi. Ci diceva sempre di prendere la melodia dal Cielo: più si ascolta, più si è disponibili ad ascoltarla e più questa comunicherà con noi.. non ti rimane altro che aprire la bocca, cantare, crederci e al resto ci penserà lei!

    LK: Vedere uno, dopo tutto quegli anni nel mondo della musica, avere ancora passione e che ama ancora entrare a lavorare in studio è stato veramente bello.

    TR: Ho amato lavorare con Michael, mi ha reso migliore. Michael era solito chiamarmi a progetto finito, se non andava bene qualcosa lo aiutavo a perfezionare, a fare tutto il possibile. Insomma, ero il “rifinitore”. Così per questo progetto (cd Michael) è stato lo stesso e proprio per il tipo di rapporto che avevamo, tutti, inclusi membri della famiglia, hanno pensato che sarei stata la persona giusta per lavorare sul cd, che sarei stato un buon tassello all’interno di tutto il puzzle.

    A: Mi invitò a Las Vegas e mi disse “Mi piace la tua musica, dovremmo fare qualcosa insieme, sarebbe fantastico. Che ne pensi?” Risposi solamente “Ok!! Iniziamo!!”. Parlavamo quasi sempre di quello che avremmo potuto realizzare insieme, il tipo di canzoni da fare insieme, ci chiedevamo in che modo utilizzare ciò che avevamo,le nostre influenze, la nostra notorietà, il nostro modo di scrivere per rendere migliore il mondo. Così successe semplicemente che avevo un pezzo pronto, “Hold my hand”, e gli dissi “ Mike, penso di aver qualcosa che potresti voler sentire, che potrebbe essere veramente importante (in realtà dice “huge”/enorme: ecco mi sembrava ancora più esagerato di quanto già lo sia, percui…). Michael rispose “Ok, mi piacerebbe sentire, mandamela!” dissi “la porto quando vengo… voglio vedere la tua faccia quando la sentirai!!”

    TR: HMH è una delle mie preferite di questo cd.

    A: Quel singolo è stato fatto nel giro di un’ora, cosa che mi lasciò alquanto perplesso, considerata l’etica lavorativa di MJ che a volte impiega 1 giorno o 2 per realizzare una traccia…ma questa volta, fu diverso, vidi il brano realizzarsi nel giro di un’ora.

    TR: Quando lui amava una canzone… non ce n’era per nessuno, la metteva KO!!!!

    AK: Sfortunatamente è successo che qualcuno dello studio in cui avevamo registrato mise il master della registrazione in internet. L’esperienza fu devastante per entrambi, perché non avevamo ancora aggiunto gli archi e gli ad-libs di MJ ed inoltre MJ era il tipo di persona che quando faceva una premiere, voleva che fosse una premiere in tutti i sensi, che venisse ascoltata e vista esclusivamente per la prima volta. Ora avete l’opera completa. In seguito a quell’esperienza divenimmo tutti iperprotettivi, in particolar modo lui. Diceva: “Dobbiamo capire come agire. E’ora di lavorare fuori casa.

    EC: Qui siamo nella mia casa a Franklin Lakes. Dove MJ ha registrato. Michael è venuto qui per anni: si sentiva al sicuro qui, specialmente in questa zona della casa, gli piaceva stare con la nostra famiglia, gli piaceva che i suoi figli si sentissero a casa qui, che fossero sempre felici, che mangiassero cibo salutare fatto in casa.

    TR: Era la sua famiglia. Non gli importava del resto, voleva solo registrare, fare il padre ed intanto i bambini giocavano e si divertivano.

    EC: Qui siamo nello studio Angelickson, un progetto di cui parlammo mentre registravamo le canzoni. Tutto ciò di cui abbiamo parlato è diventato realtà! Nell’agosto del 2007 venne qui con i suoi figli, restarono per tre mesi. Qui è dove Michael ha registrato e dove dormiva.. dovete immaginare che qui, in questo angolo c’era il posto dove mettevamo il letto, con l’incasso e il materasso.
    E’ stato un sogno diventato realtà, per anni l’avevo visto lavorare con i più grandi produttori, Teddy Riley, Quincy Jones… è stato un sogno vederlo registrare nel mio studio!

    TR: Era uno studio abbastanza buono. Quando fai uno studio, fai il possibile di quello che puoi.. ma l’importante è tirare fuori il sound da lì e loro l’hanno fatto.

    EC: L’attrezzatura era nella doccia. C’era una panca proprio qui, dove si è messo a sedere per registrare le voci di background. Il microfono era proprio qui ed era qui che cantava.
    -Voce fuori campo “Faceva anche la doccia qui??” “Oh sì! Qui era anche dove faceva la doccia!” Avevamo questo a disposizione e abbiamo fatto il lavoro
    “Monster” è una traccia energetica, che ti fa venire voglia di ballare

    50Cent: La Thriller del 2010

    TR: (imita il beat-box della canzone) Parla dei paparazzi, che spuntano da ogni dove… come mostri!

    50Cent: Dopo il mio passato, Michael che se n'era andato e tutta la confusione che c'era stata un sabato ho ricevuto una telefonata, vieni qua e canta nella canzone che lui voleva farti fare.

    TR: Michael aveva già nei suoi piani di far cantare 50Cent in un brano

    50Cent: Per me questa era l’opportunità di cui parlavo prima: andai in studio, Teddy Riley era già nello studio

    TR: Quando 50cent sentì la canzone disse “Oh maaaan!!!”

    50Cent: Quando sentii la canzone ero veramente emozionato…. Ho lavorato su una parte dei versi e lui mi ha detto “Vuoi fermarti?” “No no no, voglio continuare!”

    TR: Lui (50cent) diceva “Questo non sono io, è Michael”: così tornava sulle parole, scriveva qualcosa di nuovo, la cambiava. Ci entrò e la mise KO!

    5oCent: Ho perso l’opportunità di essere sull’album non solo di un grande artista, ma di una leggenda.... volevo fare di più

    50Cent: E' un altro suono rispetto alla musica che la gente prima sentiva da me.

    TR: Quello che ha fatto nel brano era qualcosa che so che lui sentiva, perché è veramente fluido.

    EC: KYHU è una ballata, potremmo definirla la Keep the faith dei nostri giorni

    TR: Quando l’ho sentita ho iniziato a piangere

    EC: Michael ci espresse preoccupazione per le questioni ambientali, per il riscaldamento globale, specialmente perché il nostro tempo sulla terra è limitato e dobbiamo prendercene cura.

    TR: E’ veramente speciale per me

    EC: La terza canzone è BN

    TR: Quando l’ho sentita ho detto “”UAHOOO, so cosa potrà essere questa canzone quando ci metterò le mani!”

    EC: E’ la storia personale di Michael, di come i media e i paparazzi suggeriscono intrighi in tutto ciò che Michael fa. E’ veramente fantastica, lo è davvero, mi sento grato per aver avuto questa opportunità.

    LK: La canzone che ho scritto per Michael è “I can’t make it”. Seppi che sarebbe arrivato in studio con un solo giorno di anticipo, così mi misi a comporre e questo è cioè che venne fuori. E’ bellissimo sentirlo cantare, è triste però soprattutto perché le parole con cui inizia sono “La mia vita mi ha portato oltre i pianeti e le stelle”. Quando lo sento cantare quella parte... sembra uno scherzo, no? Registrammo la canzone ne per le sessioni di Invincible, ma poi non fu inserita perché loro la ritenevano troppo rock per quell’album. L'abbiamo messa da parte per quello successivo. L'ho tirata fuori e sentivo che la batteria doveva avere più importanza, perché tutti i suoni erano stati sintetizzati e le percussioni dovevano avere più grinta. Mi piace perché lui sembra potente e ispirato, lui ci ha messo tutto il suo cuore, sul serio.

    NU: Ciò che sentirete adesso è un chiaro esempio di come Michael creava. Io ero al piano e lui era… lo sentirete, si emozionerà e inizierà a esprimere i suoi sentimenti per il mondo

    REGISTRAZIONE: e’ come quando una madre vede il figlio partire per la guerra, non sa se tornerà. Come possiamo assistere a tutto ciò che succede senza voler far niente? Girare le nostre teste facendo finta di non vedere? Sai, io non riesco a vedere le persone soffrire e fingere che non siano qui.

    NU: Perciò questo e un po' di ciò che lui ti esprimeva. Lui era davvero così autentico. Con chiunque stesse male, tendeva la mano verso chi aveva bisogno di aiuto, aveva scelto delle associazioni benefiche attraverso le quali donava al mondo.

    Su questo foglio si vedono degli appunti scritti da Michael, era dentro la sua agenda, dove teneva tutto ciò che riguarda le canzoni che compone, come vuole che siano le canzoni da cantare. Quando ascolti “Hollywood” sono gli sforzi di una ragazza che ha avuto un periodo difficile. E' una storia tipica di oggigiorno, la gente pensa a Hollywood “Se ce la faccio a Hollywood, ce l'ho fatta”. Hollywood è come ogni altro posto del mondo, se hai problemi a casa tua hai problemi ovunque, anche nel posto dove pensi di poter avere un grande successo

    TR: Nel bridge la facciamo vincere, lei ottiene ciò che voleva, porta a termine la missione, sfonda a Hollywood.

    NU: “I like the way” è una canzone che MJ mi ha portato, mi disse “Tieni questa canzone, rendila grande, prenditi il tempo che vuoi”. Abbiamo lavorato così a lungo, per così tanti anni, che ho capito come la voleva veramente, cosa lui volesse veramente tirar fuori da quella canzone, lo stile. Non voleva che fosse ridondante, ma che fosse semplice. Mi diceva cose come “Le persone si aspettano sempre grandi produzioni da me, ma io voglio essere semplice.. essere semplice e andare diretto al punto”.

    “Best of joy” sapevamo che dovevamo ancora finirla, musicalmente. Dopo che è morto l’abbiamo presa per portare a termine la sua visione, ciò che voleva fare. E’ stata l'ultima produzione nella quale ho lavorato con lui, dove ho capito veramente la direzione che voleva prendere a livello sonoro.

    TR: Sento che questo cd sia benedetto e le persone devono sentirsi grate di poterli sentire

    NU: Sono grato che possa essere nelle mani delle persone che ci tengono

    EC: Eravamo amici, molto amici, e sentire la sua voce sapendo che lui non è più qui è dura.

    LK: Penso che sia grande che i fans lo possano sentire, e lo sentano così, puro e forte

    NU: Eravamo amici, sapere che c’è qualcuno che lo tratta con lo stesso rispetto anche dopo che se n'è andato è meraviglioso. Loro non hanno semplicemente messo fuori l'album, si sono chiesti “Cosa avrebbe fatto Michael?!?!”

    AK: E davvero una situazione dolce-amara, è triste, ma è più felice che triste perché ha lasciato qualcosa che terremo sempre nel cuore, che non butteremo mai. Non ci lascerà mai, sarà qui con ogni generazione.

    50Cent: Penso che quest’album sia ancora più speciale, sarà accolto un po' diversamente, ma la gente vuole collezionare il materiale di Michael Jackson, io certamente.

    TR: E’ tutto per Michael, per nessun’altro, e quando l'ho fatto è a questo che ho pensato.

    50Cent: E’ un grande esempio di come l’arte sia eterna

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